Economia mondiale. Rallentamento e recessione?

Tra poco l’FMI presenterà il suo aggiornamento al World Economic Outlook. Le attese sono per un ulteriore taglio delle stime di crescita dell’economia mondiale, sospesa ancora tra rallentamento e recessione. Definire il confine tra le due condizioni non è semplice.

Economia mondiale tra rallentamento e recessione. Ma come definire il passaggio da una condizione all’altra? La domanda è al centro dei pensieri degli analisti da un po’ di tempo. Assodato che la produzione di ricchezza procede a ritmi sempre più lenti in larga parte delle economia avanzate ed emergenti, resta da capire se e quando tale tendenza si trasformerà in vera e propria recessione. E per farlo occorre prima di tutto definire cosa si intende per recessione globale.

Non è semplice. Almeno non lo è più da quando l’apporto delle economie emergenti è diventato importante nel calcolo della ricchezza globale prodotta. Prima del 2009 il Fondo Monetario Internazionale soleva identificare un periodo di recessione mondiale con una crescita del PIL globale sotto il 3%. Dal 2009, proprio nel bel mezzo di una delle crisi più profonde dal 1929, i parametri per identificare un global downturn sono cambiati. Il numero fondamentale a cui guardare è diventato il PIL pro capite, congiuntamente ad altri indicatori: il tasso di disoccupazione globale, la condizione del commercio internazionale, la produzione industriale e la domanda di petrolio.

Ed è guardando a questi fattori che il Fondo Monetario Internazionale, tra poco, annuncerà la sua revisione delle stime di crescita per il 2019. Recessione o rallentamento? Con un PIL che dovrebbe crescere per quest’anno sotto il 3,2%, il livello più basso dal 2009, dal fondo si preferisce ancora parlare di rallentamento sincronizzato. Per provare a capirne qualcosa di più occorre analizzare i 5 elementi ricordati in precedenza e per farlo è utile sfruttare il Growth Traker messo a punto dagli analisti di Danske Bank.

Fonte: danskebank.com

Il grafico, contenuto in un esaustivo rapporto tutto da leggere, ci da molte ed utilissime informazioni. Si notano subito gli andamenti piatti del tasso di disoccupazione e della domanda di petrolio. Di contro prosegue il ridimensionamento della produzione industriale da metà 2018 ad oggi, mentre il PIL pro capite decelera ma non troppo velocemente. Lo sfondo rosso sottolinea, invece, il crollo del commercio internazionale.

La lettura di questo sintetico “monitor” della crescita mondiale ci suggerisce che, sebbene si sia più vicini ad una recessione globale rispetto ad un anno fa, ci troviamo ancora di fronte ad una fase di rallentamento. Danske Bank riassume il tutto in una percentuale: 30%. Questa è, secondo gli analisti della banca danese, la probabilità di una recessione mondiale nei prossimi due anni.

Foto di Aga Maszota

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