Propensione al rischio. Come si può calcolare?

Quando si investe, definire il proprio livello di propensione al rischio risulta cruciale. Quantificarlo è un processo complicato. Tra gli strumenti a disposizione, oltre ai vari questionari, esiste anche un sistema matematico.

Abbiamo visto in un recente post come il rischio per un investitore assuma il doppio volto della tolleranza e della sostenibilità. Un investimento dovrebbe sempre prevedere che il livello di sostenibilità del rischio sia superiore alla tolleranza al rischio. In questo senso la sostenibilità del rischio è prioritaria rispetto alla tolleranza al rischio. Teniamo da parte questa premessa, ci servirà in seguito.

Come individuare un indicatore sintetico, un numero, che ci permetta di classificare un risparmiatore in base alla sua propensione al rischio?

Si tratta di una delle questioni più spinose per chiunque abbia a che fare con gli investimenti. La propensione al rischio non è monodimensionale, sulla sua determinazione incidono sia fattori quantitativi che psicolgici. Tradizionalmente si ricorre a sistemi “empirici” che cercano,  ad esempio attraverso la somministrazione di questionari, di trovare quel numero che, unitamente a rendimento atteso e volatilità, massimizzi l’utilità del risparmiatore. Un meccanismo piuttosto fumoso e dagli esiti incerti.

Tornando alla premessa possiamo dire che se riuscissimo ad identificare, con una certa precisione, il livello di sostenibilità del rischio di un risparmiatore, avremmo individuato un parametro di riferimento più che soddisfacente per stimarne la sua propensione al rischio.  Jarrod Wilcox, Financial Advisor ed autore di diversi libri in materia, ha sviluppato un modello che consente, partendo dal bilancio personale di un risparmiatore, di individuare un particolare indicatore utile allo scopo.

Partiamo da uno schema preso proprio dal sito web personale di Wilcox e che illustra in cosa consista un bilancio personale del risparmiatore.

Il bilancio del risparmiatore. Fonte: http://jarrodwilcox.com/

Sulla sinistra sono indicate tutti gli asset posseduti dal risparmiatore (potremmo chiamarlo volgarmente il patrimonio mobiliare). Sulla destra sono riportati tutti gli impegni finanziari e gli obiettivi di vita del risparmiatore (prestiti, spese future per i figli, capitale necessario per la pensione, etc…). Il rettangolo color tortora, denominato (Discretionary Wealth – DW) è sostanzialmente la differenza positiva tra patrimonio ed impegni, presenti e futuri, inderogabili. Si tratta cioè del capitale residuo di cui può disporre il risparmiatore una volta raggiunti gli obiettivi fondamentali e non “negoziabili”.

Se noi calcoliamo il rapporto tra il totale del patrimonio ed il DW otteniamo un coefficiente di leva; questo coefficiente ci permette di capire di quanto diminuisce il DW a fronte di una diminuzione di valore del patrimonio. Facciamo un esempio per rendere tutto più semplice.

 

Patrimonio Impegni
100000 80000
Capitale discrezionale  = 20000

 

Dalla tabella qui sopra possiamo calcolare il nostro coefficiente di leva: 100000/20000=5. Questo numero significa che, ad esempio, se il mio patrimonio scende del 10%, il valore del capitale discrezionare scenderà del 50%. In altre parole più è alto il coefficiente e meno sarà alta la sostenibilità del rischio. Nel nostro esempio, un investimento che abbia la probabilità di segnare una perdita del 21%, brucerà completamente il nostro cuscinetto di sicurezza (DW) e metterà a rischio il raggiungimento degli impegni inderogabili.

Questo semplice ed efficace modello ha notevoli implicazioni nella definizione della propensione al rischio di un risparmiatore e permette, grazie al coefficiente di leva, di “correggere” la volatilità di un investimento rispetto alla reale situazione dell’investitore. Il modello ha, inoltre, il pregio di costringere il risparmiatore ad individuare gli obiettivi fondamentali, ordinarli per importanza e collocarli nel tempo.

Operativamente questo coefficiente di leva consente di individuare la perdita massima sostenibile da parte del risparmiatore, uno tra i valori fondamentali per realizzare un’asset allocation mirata.

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