In giornate come queste, nelle quali si discute attorno a concetti come spread e titoli di stato, torna molto utile rispolverare qualche nozione di base dell’investimento obbligazionario. Quali sono i rischi di una obbligazione?
Quando si parla di obbligazione si parla sostanzialmente di un prestito. Chi acquista un’obbligazione è come se stesse prestando del denaro ad un soggetto (l’emittente) in cambio di un flusso di denaro periodico (cedole) e del rimborso, dopo un certo periodo, del capitale prestato*. Detta così, viene da pensare che il rischio di un investimento obbligazionario sia il mancato pagamento di cedole o rimborso da parte dell’emittente. Questo è sicuramente vero ma non è l’unico rischio connesso con una obbligazione. Vediamo allora quali sono i rischi di una obbligazione.
Rischio di tasso
Le obbligazioni, specie quelle a tasso fisso, hanno un rapporto strettissimo con i tassi di interesse presenti sul mercato. Sintetizzando possiamo dire che se i tassi aumentano, i prezzi delle obbligazioni tendono a scendere; se i tassi diminuiscono, il prezzo aumenta. Nel caso in cui detenga il titolo sino alla sua naturale scadenza, l’investitore può tranquillamente disinteressarsi dell’andamento del tasso di interesse. Ma se il nostro investitore volesse disinvestire prima della scadenza, allora il prezzo dell’obbligazione diventerebbe molto importante. Se i tassi sono più alti rispetto al momento dell’acquisto si va quasi certamente incontro ad una perdita in conto capitale.
Il rischio di reinvestimento
Le cedole che si ricevono periodicamente dovrebbero essere reinvestite. In particolare, per raggiungere l’obiettivo di rendimento a scadenza, calcolato al momento dell’acquisto dell’obbligazione, le cedole dovrebbero rendere proprio tanto quanto il tasso di rendimento a scadenza. In ipotesi di tassi di interesse in ribasso l’investitore corre il rischio che il rendimento a scadenza effettivo sia inferiore rispetto al tasso di rendimento a scadenza calcolato al momento dell’acquisto.
Rischio di richiamo anticipato
Alcuni titoli obbligazionari danno all’emittente la possibilità di rimborsare anticipatamente il prestito. Il rischio, in questo caso, è che l’emittente rimborsi ad un prezzo più basso rispetto a quello di acquisto.
Rischio di default
E’ il rischio più evidente di una obbligazione. Quando l’emittente va in crisi e non riesce più ad onorare i suoi impegni, l’obbligazionista rischia di non rivedere più quanto investito o di essere rimborsato solo in parte.
Rischio di inflazione
Un rischio comune a tutti gli investimenti è quello legato all’inflazione. Se i prezzi di beni e servizi salgono, il rendimento reale del nostro investimento scenderà.
Rischio di liquidità
Si tratta di un rischio che interessa i detentori di un titolo obbligazionario intenzionati a non tenerlo sino a scadenza. L’illiquidità è data dalla differenza (spread) tra il prezzo lettera ed il prezzo denaro. Più è ampio lo spread denaro/lettera, più rischiamo di subire una perdita in conto capitale nel momento della vendita.
Rischio di cambio
Quando si investe in una obbligazione denominata in valuta estera ci si assume anche il rischio che questa si svaluti rispetto alla moneta interna. Se la valuta estera si svaluta riceveremo cedole che, convertite in valuta interna, varranno meno. Più lungo è l’orizzonte temporale dell’investimento e più alto è il rischio di cambio. Ovviamente esiste anche l’ipotesi positiva, se la valuta estera si apprezza riceveremo delle cedole più ricche.
Esistono poi altri rischi di una obbligazione, in parte compresi in quelli già elencati. Ad esempio per i titoli di stato esiste il rischio politico, legato alle vicende interne di un paese. Per le aziende esistono rischi legati a crisi di settore o azioni legali particolarmente sfavorevoli per l’emittente.
*questo è lo schema più ricorrente ma esistono anche obbligazioni senza cedola o zero coupon