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Strategia e tattica in un portafoglio finanziario. Di cosa stiamo parlando?

Nei fogli informativi di fondi comuni ed altri prodotti finaziari troviamo spesso parole come strategia e tattica. Ma di cosa stiamo parlando? Conoscere il significato di questi termini è più importante di quanto si pensi.

Se  pensiamo per un attimo ad un portafoglio finanziario cosa vediamo? Una percentuale di denaro investito in azioni, un’altra investita in obbligazioni, poi cash ed altre attività finanziari (i famosi assets). Le percentuali assegnate alle varie classi di attività (azioni, obbligazioni…) dipendono da diversi fattori e sono il frutto di quella operazione che viene definita asset allocation.

La strategia è quel processo con il quale, valutando determinati fattori, si arriva a determinare l’asset allocation del nostro portafoglio per raggiungere un determinato obbiettivo di lungo periodo. La strategia del nostro portafoglio è quindi legata all’obbiettivo da raggiungere (una pensione integrativa, la casa per i figli, una rendita), al tempo a disposizione ed al profilo di rischio che siamo in grado di sopportare.

Usando una metafora possiamo definire la strategia con il piano di navigazione che ogni buon capitano redige prima di mettersi in barca ed iniziare il viaggio. Si fissa il punto di partenza e di arrivo, si decide quali sono le tappe intermedie e, nel caso si trasportino persone a rischio mal di mare (valutazione della propensione al rischio), si evitano mari troppo burrascosi le cui onde (volatilità) possano fa andare nel panico i passeggeri.

La strategia è spesso e volentieri legata al concetto di gestione passiva di un portafoglio. Le serie storiche ed alcune teorie ci dimostrano che, nel lungo periodo, il peso della strategia sul rendimento e sulla volatilità di un portafoglio è maggioritario. Scegliere la giusta strategia vuol dire fare ben più di metà del lavoro. La strategia lavora con con i rischi ed i rendimenti delle macro assets (azioni, bond, materie prime, cash…) e remunera quello che viene chiamato rischio sistemico (il beta).

Abbiamo appena descritto il piano di navigazione, aggiungiamo ora qualcosa in più. Supponiamo che il nostro capitano abbia a disposizione lungo tutto il viaggio dei dati aggiornati sul meteo e che, sapendoli leggere, decida di sfruttarli a suo favore per rendere il viaggio più breve o più confortevole. Il nostro capitano affianca alla strategia una serie di manovre che si definiscono tattica.

Fuor di metafora la tattica è quell’insieme di operazioni che il gestore di un portafoglio mette in atto per cercare di aggiungere valore sfruttando segnali di breve periodo. Sovrappesando una parte di asset class che ci si attende possa avere un rendimento più alto rispetto alla media dell’asset class e sottopesandone un’altra che invece è attesa rendere meno della media.

La tattica è un tentativo di aggiungere valore, il valore aggiunto al rendimento da parte delle operazioni tattiche viene spiegato spesso come l’alpha di un portafoglio. La tattica è associata al concetto di gestione attiva.

La tattica può lavorare sia sulle percentuali delle asset class, sia all’interno di una singola asset class.

Ad esempio: se tramite analisi fondamentali e macroeconomiche si suppone che nei prossimi 12 mesi lo spread tra rendimento azioni e rendimento delle obbligazioni tenderà ad allargarsi, allora la tattica sarà quella di aumentare l’esposizione sulle azioni e ridurre quella sulle obbligazioni (agendo sulle asset class).

Se da analisi tecnica evinciamo che le azioni del settore energetico perderanno forza mentre succederà il contrario per quelle legate al settore farmaceutico, allora la tattica sarà quella di aumentare l’esposizione sul settore farmaceutico e diminuire il peso del settore energetico (operazione all’interno della sola asset class azionaria).

La tattica è un fattore che aumenta la volatilità di un portafoglio, ci si assume oltre al rischio sistemico anche il rischio derivante dalle scelte di sovraperformare o sottoperformare una determinata attività finanziaria.

La tattica non è un procedimento emozionale. Non si decide in base a sensazioni ma sullo studio di dati seguendo dei modelli ben precisi. Solo per citarli, e senza approfondire in questa sede, negli esempi sopra riportati abbiamo ipotizzato delle analisi macroeconomiche sull’andamento dell’economia, analisi fondamentali sulla redditività delle società emittenti gli strumenti finanziari, analisi tecniche in grado di valure i trend delle quotazioni e degli indici di mercato.

Conoscere i termini strategia e tattica ci aiuta quindi a capire, di fronte ad un prospetto informativo, quali sono gli obbiettivi a lungo termine di un fondo e se il gestore intende utilizzare una gestione attiva. Se si, quanto costa e quanto valore realmente aggiunge al mio investimento? Ne parleremo prossimamente cercando di capire come quantificare la bontà della tattica e delle strategia di un portafoglio.

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