Sfondo scuro Sfondo chiaro

Cina, crescita economica oltre le attese nel primo trimestre 2025

Nel primo trimestre del 2025 la Cina ha registrato una crescita economica del 5,4% su base annua, meglio delle attese. Negli Stati Uniti crescono le vendite al dettaglio, su acquisti auto prima dell’arrivo dei dazi. In Canada banca centrale lascia invariati i tassi di interesse.

Nel primo trimestre del 2025 la Cina ha registrato una crescita economica su base annua del 5,4%, tre decimi meglio delle attese ed in linea con il risultato di fine 2024. Su base congiunturale la crescita si ferma all’1,2%, due decimi sotto le attese e dato più basso dal secondo trimestre del 2024. Da un lato gli effetti degli stimoli governativi su consumi ed investimenti, dall’altro la spinta alla produzione industriale ed alle esportazioni causata dall’annuncio dei dazi USA sulle merci cinesi. I numeri sono significativi: la produzione industriale a marzo è salita del 7,7% su base annua, massimo da giugno 2021; le vendite al dettaglio sono salite del 5,9% su base annua, massimo da oltre un anno; gli investimenti fissi sono saliti del 4,2% massimo da aprile scorso; le esportazioni hanno registrato incrementi record a febbraio e marzo.

Gran Bretagna, inflazione rallenta oltre le attese a marzo.

Secondo mese di rallentamento consecutivo e dato migliore delle attese per l’inflazione inglese nel mese di marzo. L’indice ha registrato una variazione annua del 2,6%, un decimo meglio delle attese e due in meno di febbraio. Il tasso core registra una variazione annua del 3,3%, un decimo in meno di febbraio ed in linea con le attese. Su base mensile l’inflazione registra un incremento dello 0,3%, in rallentamento rispetto al mese precedente e un decimo in meno delle attese. La componente core avanza dello 0,5% su base mensile, contro il +0,4% di febbraio e delle attese. L’inflazione sui servizi rallenta oltre le attese della BoE e si ferma al 4,7%, tre decimi in meno del rilevamento precedente. Nel complesso numeri positivi, anche se le stime della banca centrale indicano una nuova accelerazione dei prezzi entro l’estate, accelerazione dovuta agli aumenti sulle bollette che sono scattati da questo mese, mentre resta incerto il contributo dei dazi USA.

Pubblicità

Stati Uniti, a marzo vendite al dettaglio salgono oltre le attese.

Nel mese di marzo le vendite al dettaglio negli Stati Uniti sono salite dell’1,4% su base mensile, meglio delle attese e massimo dal gennaio del 2023. A trainare il dato sono gli acquisti di auto e di ricambi per auto, effetto diretto della corsa ad evitare i dazi da parte dei consumatori. Al netto della componente trasporti le vendite sono salite dello 0,5%, due decimi meglio delle attese ma in rallentamento rispetto a febbraio. Le vendite del control group, quelle che incidono direttamente nel calcolo del PIL, hanno registrato un incremento dello 0,4%, in netto calo rispetto a febbraio e due decimi sotto le attese.

Stati Uniti, produzione industriale nel mese di marzo.

Dopo tre mesi di crescita consecutiva, la produzione industriale statunitense scende a marzo sul calo dell’output del settore utilities. Su base mensile la variazione è del -0,3%, un decimo peggio delle attese. L’output del settore manifatturiero ha registrato un incremento dello 0,3%, in linea con le attese ma in netto rallentamento rispetto al mese precedente. La capacità produttiva utilizzata scende di quattro decimi rispetto a febbraio e si ferma al 77,8%, due decimi peggio delle attese.

Canada, banca centrale lascia i tassi invariati.

Come da attese la banca centrale canadese lascia i tassi invariati nella riunione di aprile. Il riferimento rimane al 2,75%, minimo da agosto del 2022. L’istituto mette in pausa eventuali ulteriori tagli dopo sette tagli consecutivi, in attesa di avere una visione più chiara sugli effetti dei dazi USA sull’economia canadese. Nel monetary policy report l’istituto centrale ha disegnato due potenziali scenari. Nel primo la questione tariffe viene risolta in tempi brevi, in questo caso l’inflazione rimane sostanzialente attorno al target e l’economia stalla nel secondo trimestre per poi ripartire. Nel secondo scenario la guerra commerciale va per le lunghe con l’inflazione che potrebbe salire fino al 3% e l’economia entrare in recessione nella seconda metà del 2025.

Foto di David Yu

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Germania, fiducia investitori crolla su preoccupazione dazi USA

Post successivo

BofA: pessimismo gestori ai massimi da 30 anni, ma...

Pubblicità