Acquistare azioni proprie è un’attività sostanzialmente normale per una società quotata, ma esistono periodi nei quali l’esigenza di procedere ai buyback diventa particolarmente sentita. Uno scenario con tassi di interesse elevati, incertezza sugli investimenti, valutazioni elevate e profitti soddisfacenti sembra essere ideale per una campagna di riacquisto azioni. Ed è quello che pare stia succedendo in questo 2024.
Gli ultimi dati a disposizione ci dicono che nel primo trimestre dell’anno le operazioni di buyback registrate per le società dello S&P500 sono cresciute del 10% rispetto allo stesso periodo del 2023. Gli analisti di Goldman Sachs prevedono un incremento annuo del 13%, per una spesa complessiva di 925 miliardi di dollari. Un’ulteriore accelerazione è prevista per il 2025 con una stima di crescita del 16%. A muoversi sono soprattutto i big della capitalizzazione ed in particolare i colossi del settore tecnologico. Apple ha già acquistato azioni proprie per oltre 23 miliardi di dollari, Meta e Alphabet seguono a ruota con acquisti da 18 e 15 miliardi rispettivamente. E ieri Microsoft ha annunciato un nuovo piano di buyback da 60 miliardi di dollari che andrà a sostituire quello lanciato nel 2021 e che rappresenta il più grande piano di riacquisto azioni mai messo in campo dalla società di Redmond.
Le operazioni di buyback sono attentamente monitorate anche da chi cerca di interpretare l’andamento del ciclo economico. La teoria suggerisce che le aziende sono più propense ad acquistare azioni proprie nella fase matura del ciclo economico, quando la liquidità è tanta e la propensione all’investimento tende a scendere. Sostenere le quotazioni ed aumentare il dividendo sono operazioni che rendono più interessante una società quotata, compensando parzialmente un periodo di stabilizzazione (o rallentamento) di utili e fatturato.
Ma fino a quando vale la pena acquistare azioni proprie? A questa domanda sembra dare una risposta il curioso caso di Berkshire Hathaway. La creatura di Warren Buffet – da poco superato il trilione di dollari di capitalizzazione – ha effettuato nel secondo trimestre del 2024 operazioni di buyback per 345 milioni di dollari, vale a dire il ritmo di riacquisto più basso dal 2018. Per fare un esempio, nel 2020 gli acquisti trimestrali da agosto in poi sono stati pari a 9 miliardi di dollari. Perchè questa mossa in controtendenza? La spiegazione è stata data dalla stessa Berkshire: le operazioni di riacquisto sono possibili fino a che i prezzi non superano il valore intrinseco. In altre parole le azioni starebbero diventando troppo care da acquistare.
Foto di Sergei Tokmakov