Cina in deflazione ad ottobre

Nel mese di ottobre la Cina è tornata in deflazione sul calo dei prezzi dei generi alimentari. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Cina in deflazione ad ottobre. Nel mese di ottobre il livello dei prezzi al consumo in Cina registra una variazione negativa su base annua. L’indice scende dello 0.2% rispetto a 12 mesi fa, un decimo oltre le attese e peggior risultato dal giugno scorso. A far scendere i prezzi, secondo l’istituto di statistica nazionale, un eccesso di offerta di beni agricoli ed una domanda in calo dopo le festività di inizio ottobre. I prezzi dei beni alimentari registrano un calo del 5%, quarto segno meno consecutivo. Togliendo le componenti più volatili la variazione risale al +0.6%, comunque il peggior risultato da 4 mesi a questa parte. Segno meno anche su base mensile: -0.1% dopo tre mesi di crescita consecutivi.

Cina, prezzi alla produzione in calo anche a ottobre. Prosegue la fase deflazionistica dei prezzi alla produzione in Cina. Ad ottobre 13° rilevamento consecutivo con il segno meno e leggero peggioramento rispetto al mese di settembre. La variazione annua risale al -2.6%, un decimo meglio delle attese. Su base mensile si interrompe la striscia di mesi in crescita (2): rispetto a settembre nessuna variazione.

Messico, inflazione in frenata per il 9° mese consecutivo. A ottobre l’inflazione messicana è scesa al 4.26%, nono mese consecutivo di calo e livello più basso dal febbraio del 2021. In calo anche la componente core che si ferma al 5.5%. In giornata è attesa la decisione della banca centrale sui tassi, le aspettative, rafforzate dai dati sull’inflazione, sono per una prosecuzione della fase di pausa che dura da giugno scorso.

USA, mercato del lavoro. Terza settimana consecutiva sopra la soglia delle 210 mila unità per le nuove richieste di sussidi di disoccupazione, ma dato in calo rispetto a 15 giorni fa. Interessanti i numeri che riguardano i sussidi continuativi: 1.834 milioni, massimo da fine aprile scorso e sopra le attese del mercato. Un numero alto di sussidi continuativi significa una minor facilità di trovare un nuovo lavoro per chi diventa disoccupato, in altri termini è un segnale di raffreddamento del mercato del lavoro.

Foto di Mathieu Vivier

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