Eurozona, inflazione record al 7.5% nel mese di marzo

Nel mese di marzo l’inflazione nell’Eurozona tocca un nuovo record al 7.5% annuo, con il dato core al 3.4% e la variazione mensile oltre i due punti percentuali. Negli USA 15° mese con il segno più per il report del lavoro. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Corea del sud, esportazioni toccano nuovo record a marzo. Nel mese di marzo le esportazioni sudcoreane sono salite del 18.2% su base annua, toccando il nuovo record storico a quota 63.48 miliardi di dollari. Il dato è superiore alle attese e rappresenta il 13° mese consecutivo di crescita. Crescono e molto i valori di esportazione di semiconduttori e prodotti petroliferi, in calo (quasi -10%) l’esportazione del settore auto.

Cina, anche PMI Caixin conferma zona contrazione a marzo. Anche il sondaggio PMI Caixin segnala che il settore privato cinese è tornato in zona contrazione nel mese di marzo. I 48 punti dell’indice composite sono il livello più basso da 25 mesi a questa parte, con il rallentamento sia della produzione sia delle esportazioni (l’indice qui scende al minimo da 22 mesi a questa parte). A crescere, non una novità, è la componente collegata ai prezzi, sia lato produzione sia lato vendita.

Sondaggi PMI marzo, letture finali confermano fase. Piccole correzioni al ribasso per la lettura finale dei sondaggi PMI di S&P Global. Per l’Eurozona l’indice manifattura si assesta a 56.5 dal 57 preliminare, in gran parte a causa delle tensioni geopolitiche e dell’inasprimento della situazione sui prezzi delle materie prime. In Gran Bretagna il settore manifattura si conferma in zona espansione ma il 55.2 del PMI è il valore più basso dal febbraio del 2021, con la componente relativa alla fiducia delle imprese che scende al minimo a 14 mesi. Rivisto al rialzo, invece il PMI manifattura statunitense: 58.8, valore più alto dal settembre del 2021.

Eurozona, inflazione record al 7.5% a marzo. Il dato complessivo dell’inflazione nell’Eurozona tocca a marzo un nuovo record storico. Il livello dei prezzi al consumo è cresciuto su base annua del 7.5%, ben al di sopra delle attese (6.6%) e quasi due punti oltre il livello toccato a febbraio. Il rialzo dei prezzi è generalizzato; eliminando le componenti variabili (alimentare ed energia) la variazione si attesta sul 3.4%, tre decimi in più di febbraio e oltre un punto percentuale sopra il target BCE (difficile ora non pensare ad un rialzo dei tassi entro l’anno anche per la banca centrale europea). La crisi in Ucraina ha accelerato il movimento. Su base mensile, infatti, la variazione è record: +2.5% su febbraio.

USA, mercato del lavoro a marzo. Nel mese di marzo l’economia statunitense ha creato 431mila posti di lavoro, un numero inferiore alle attese ma che significa 15° mese consecutivo con il segno più. Rivisto al rialzo anche il dato di febbraio a quota 750mila. Il recupero prosegue soprattutto nel settore dell’ospitalità e del tempo libero, del retail e nei servizi professionali. Il delta rispetto all’immediato pre-pandemia rimane ancora negativo, mancano all’appello ancora 1,6 milioni di posti di lavoro (-1%). Il tasso di disoccupazione scende al 3.6%, mentre quello di partecipazione cresce di un decimo rispetto a febbraio, a quota 62.4%. Per quel che riguarda la paga oraria, la variazione annua è del 5.6% (inferiore al tasso di inflazione), mentre su base mensile è dello 0.4%, tre decimi più di febbraio ed uno in più delle attese.

USA, ISM manifattura a marzo. Frenata nel mese di marzo per l’indice ISM manifatturiero. L’indicatore scivola al minimo dal settembre del 2020, a quota 57.1, ben distante anche dalle attese fissate a 59. A calare è soprattutto la componente relativa ai nuovi ordini, con la supply chain a rimanere il principale elemento di preoccupazione, mentre si intravedono miglioramenti sul fronte occupazionale. Ancora molto alta la pressione sui prezzi.

Foto di pixel2013

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