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Curva dei rendimenti USA e recessione, questa volta potrebbe essere diverso

Dopo settimane di focus costante sull’inflazione, ora gli analisti tornano a guardare alla curva dei rendimenti USA, da sempre considerata un potente indicatore dell’avvicinarsi di una fase di recessione per l’economia statunitense.

Nelle ultime due settimane la curva dei rendimenti USA ha richiamato l’attenzione degli analisti e lo ha fatto a suo modo: variando la sua inclinazione. Come abbiamo raccontato anche in KBMeter, su alcuni “tratti” della curva si è materializzato un appiattimento sempre più marcato ed in un caso (quello delle scadenze tra i 5 ed i 10 anni) si è giunti ad una vera e propria inversione. L’inversione, ossia il rendimento di una scadenza più vicina nel tempo che supera quello di una scadenza più lontana, è da sempre considerato un segnale che anticipa l’arrivo di una recessione per l’economia. Se il fenomeno sul tratto 5-10 anni non è particolarmente indicativo, c’è da dire che – sempre scorsa settimana – anche sulla ben più osservata curva dello spread 10-2 anni si è arrivati, ma solo nell’intraday, ad una situazione di inversione.

Visti questi movimenti è stato piuttosto spontaneo mettere a confronto il rimbalzo del mercato azionario (che salvo gli emergenti ha ripianato le perdite dallo scoppio della guerra in Ucraina) ed il segnale lanciato dalla curva dei rendimenti. Tra coloro che si sono cimentati in questo esercizio ci sono gli analisti di Bank of America che hanno lanciato un avvertimento: attenzione a questo rimbalzo dell’azionario perchè potrebbe essere solo un movimento di continuazione, ergo la discesa delle azioni potrebbe non essere per nulla finita. E tra le motivazioni di questo “allarme”, gli strategist della banca statunitense citanno i ricorsi storici (il rimbalzone occorso ai listini nel 2000) e proprio la situazione della curva dei rendimenti.

Ma c’è anche chi predica prudenza. E’ il caso di Pimco che per bocca di Erin Browne (intervistata da Bloomberg TV) ha ricordato come lo scenario nel quale l’inversione sta avvenendo sia particolare: da un lato l’inflazione inaspettatamente severa che spinge all’insù la parte a breve della curva e dall’altro la presenza di un massiccio QE globale che nei fatti sta ancora “anestetizzando” la parte a lungo della curva.

Insomma troppo presto per trarre conclusioni? L’impressione è che i mercati azionari al momento non stiano considerando l’ipotesi recessione, e che non lo faranno fino a quando segnali in questo senso non arriveranno dai profitti aziendali. Insomma, per ricercare segnali di recessione in arrivo, più che alla curva dei rendimenti occhio alle trimestrali, specie tra estate e autunno.

Foto di resslerartstudios

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