Economia mondiale e crisi in Ucraina, gli economisti temono la stagflazione

L’autorevole sondaggio condotto dall’IGM Forum di Chicago vede prevalere l’idea che per l’economia mondiale la crisi in Ucraina possa significare una fase di stagflazione.

Quali saranno le conseguenze sull’economia mondiale della guerra in Ucraina? Settimana scorsa abbiamo provato a dire la nostra. Un’idea che è sostanzialmente riassumibile in due effetti, uno certissimo l’altro tutto da verificare: nuova ondata di inflazione e frenata della crescita economica con il rischio, se la crisi in Ucraina durerà molto a lungo, di sfociare in un periodo di stagflazione o recessione con inflazione.

Ma lasciando da parte il nostro modestissimo parere, cosa ne pensano i grandi economisti mondiali? Non c’è modo migliore per rispondere a questa domanda che raccontare i risultati dell’ultimo sondaggio dell’IGM Forum di Chicago. 81 esperti (41 europei e 40 statunitensi) hanno dato il loro parere su molte questioni interessanti. Ne vediamo qualcuna lasciando a voi la lettura integrale – ben riassunta da Romesh Vaitilingam di vox eu – del sondaggio.

E partiamo dal punto cruciale. Quali conseguenze per l’economia mondiale dalla crisi in Ucraina? Oltre 3/4 degli intervistati si dicono d’accordo sul fatto che il risultato della crisi sarà una riduzione della crescita ed un aumento dei prezzi in un quadro stagflazionario. Un risultato piuttosto netto, con il 26% del panel che si dice estremamente d’accordo (più europei che statunitensi), un 53% che si dice d’accordo ed un 21% che rimane incerto. In altri termini nessuno ha respinto questa tesi.

Tra chi si dice d’accordo, ad esempio Christopher Pissarides della London School of Economics, la catena degli eventi è piuttosto chiara: ci troviamo di fronte ad uno shock dell’offerta che porterà ad un’aumento dei prezzi e dei costi di produzione. Olivier Blanchard, del Peterson Institute, si ferma al primo degli effetti – l’aumento dell’inflazione – non essendo del tutto convinto che alla domanda manchino le capacità per resistere a questa fase e che quindi l’output possa bloccarsi. Secondo Jan-Pieter Krahnen (Goethe University di Francoforte) se le disfunzioni della supply chain ed i costi dell’energia freneranno la crescita, l’industria bellica e le fonti di energia alternative potrebbero fare da contrappeso, mitigando almento parzialmente l’effetto sull’output.

Se sull’argomento stagflazione le posizioni sembrano piuttosto variegate, su due punti la maggioranza assoluta del panel intervistato da IGM sembra concordare: le sanzioni porteranno ad una severa recessione l’economia russa (90% degli intervistati) ed un eventuale stop alle importazioni di gas dalla Russia farebbe rotolare l’economia europea nella recessione (70%).

Foto di murrrchalla

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