Cina, supply chain e crisi energia elettrica deprimono la manifattura

In Cina la crisi della supply chain ed il recente razionamento dell’energia elettrica deprimono la manifattura. L’indice PMI elaborato dall’istituto di statistica scende sotto quota 50 per la prima volta dal febbraio del 2020. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Produzione industriale. Per Corea e Giappone agosto col segno meno. Nel mese di agosto la produzione industriale di Corea del Sud e Giappone ha registrato un calo su base mensile. Per Seul, -0.7%, è il primo segno meno da maggio, terzo dato in calo consecutivo. Per il Giappone l’output industriale scende per il secondo mese consecutivo, segnando un -3.2% rispetto a luglio. La difficoltà della catena di rifornimento si fa sentire.

Giappone, vendite al dettaglio ancora giù. La domanda interna giapponese continua a stentare. Nel mese di agosto il calo delle vendite al dettaglio è stato del 4.1% rispetto a luglio, il peggior dato da aprile scorso ed il terzo consecutivo in calo. Segno meno anche sul tendenziale, rispetto ad agosto 2020 il volume delle vendite è calato del 3.2%, primo segno meno da febbraio, peggior risultato dal settembre del 2020.

Cina, supply chain e crisi energia elettrica deprimono la manifattura. Il PMI elaborato dall’istituto di statistica cinese segna contrazione per il settore manifatturiero a settembre. Il settimo mese di calo consecutivo chiude a 46.6, prima volta sotto quota 50 dal febbraio del 2020. Cala soprattutto la produzione, a causa delle oramai croniche mancanze di materie prime e componenti, ma anche per i ripetuti lockdown da variante Delta e, da ultimo, per il razionamento della scarsa energia elettrica presente nel paese, una minaccia che sta crescendo in questi giorni. Le conseguenze sono una diminuzione dell’occupazione (sesto mese consecutivo di calo) ed una nuova fiammata dei prezzi. In questo scenario peggiora anche l’aspettativa delle imprese sui prossimi mesi. L’analogo indicatore elaborato da IHS Markit registra a settembre quota 50, in leggero miglioramento dal mese di luglio (49.2). Sul fronte dei servizi si registra invece un rimbalzo. Il PMI del settore torna sopra quota 50, spinto dagli ordini. Ma anche qui continua la forte pressione sui prezzi ed il deterioramento delle aspettative degli operatori.

Eurozona, disoccupazione stabile e inflazione ancora in salita. Nel mese di agosto la disoccupazione nell’Eurozona si è portata sui minimi da maggio 2020, al 7.5%. Quinto mese consecutivo di calo, 261 mila disoccupati in meno. Tra le principali economie solo la Spagna rimane con percentuali a due cifre, stabile l’Italia (9.3%). Sul fronte dei prezzi, invece, il mese di settembre mostra ancora rialzi. La stima preliminare tedesca dell’inflazione si spinge al 4.1%, 2.6% per l’Italia e 2.1% per la Francia, tutti dati in aumento. Su base mensile, però, i prezzi sembrano stabilizzarsi. Variazione nulla per la Germania, negativa per Italia e Francia.

USA, mercato del lavoro. Terza settimana di crescita consecutiva per le richieste di sussidi di disoccupazione negli USA. La scorsa settimana le nuove domande presentate sono state 362 mila, livello più alto da inizio agosto. Torna a crescere, dopo un mese, anche la media a 4 settimane che recupera quota 340 mila. Calo frazionale, invece, per i sussidi continuativi che scendono a 2.802 milioni, nuovo minimo dallo scoppio della pandemia. E’ un mercato del lavoro che sembra trovare molte resistenze nel proseguire sulla strada del recupero. Cresce l’attesa per i dati ufficiali che arriveranno la settimana prossima.

PIL secondo trimestre, dati finali migliori delle stime per UK e USA. Dati finali rivisti al rialzo per il PIL del secondo trimestre di Gran Bretagna e USA. Nel primo caso si passa da +4.8% a +5.5% (congiunturale) su una miglior performance dei consumi. Per gli USA l’incremento è del 6.6% annualizzato, un decimo meglio delle stime ma anche uno in meno delle attese. In questo caso il contributo al miglioramento è venuto dagli investimenti fissi e dalle esportazioni.

USA, Chicago PMI cala in settembre. Il Chicago Business Barometer redatto dall’ISM scende per il terzo mese consecutivo a settembre. Il 64.7 è il valore più basso da febbraio ed è leggermente sotto le attese. Calano le componenti relative ai nuovi ordini ed alla velocità di consegna dei fornitori.

Foto di Gaston Laborde

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.