Una ricerca pubblicata ad inizio settimana dall’istituto IW Cologne riassume in due dati l’impatto della pandemia di covid-19 sull’economia della Germania. Un costo da 300 miliardi di euro, pari al 9% del PIL tedesco.
Con la campagna di vaccinazione che procede in maniera sempre più spedita e le riaperture che fanno assaporate una parvenza di normalità, i vari paesi iniziano a fare in conti di quanto sia costata la pandemia di covid-19 alle loro economie. Per la Germania lo ha fatto recentemente l’istituto di ricerca IW Cologne, i risultati sono stati pubblicati lunedì scorso.
Il primo dato che balza all’occhio è il costo complessivo di un anno di covid-19, 300 miliardi di euro che corrispondono al 9% del PIL annuo della Germania. Il periodo più pesante della pandemia, il secondo trimestre del 2020, ha bruciato 100 miliardi di euro di PIL ed altri 100 miliardi di euro di perdita di ricchezza prodotta sono previsti nella prima metà del 2021.
Michael Hunter e Michael Gromling, gli autori della ricerca, ricordano come questi lunghi mesi di crisi abbiamo deviato significativamente l’economia tedesca dal suo cammino di crescita. Nel 2019 le proiezioni del PIL raggiungevano per il primo trimestre 2021 quota 856 miliardi di euro. L’ultimo calcolo disponibile ci dice che i primi tre mesi del 2021 si sono fermati ad un prodotto interno lordo di 801 miliardi di euro. Ed il recupero della normalità non sarà breve.
L’altro aspetto che viene sottolineato nel report di IW Cologne è proprio la persistenza degli effetti della pandemia di covid-19 sul tessuto economico della Germania. Perdite e distorsioni alla struttura produttiva richiederanno anni per essere sanate, sottolinea Hunter.
L’aspetto positivo, quello che fa sperare, è l’impatto che la campagna vaccinale ha avuto sino ad ora sulla ripresa economica. Con un’incidenza di casi inferiore ai 70 su 100 mila abitanti, le riaperture procedono graduali ma continue. L’ultima rilevazione dell’istituto Ifo mostra una fiducia degli operatori economici che continua a progredire.
