Tasse e debito nell’orizzonte post-pandemia

Mentre la campagna vaccinale prova ad accelerare tra mille difficoltà, appaiono nitidi sullo sfondo i due grandi temi che coinvolgeranno le finanze dei governi di tutto il mondo nel post-pandemia: tasse e debito.

Il Congressional Budget Office statunitense ha riportato, un paio di settimane fa, le sue nuove proiezioni sull’andamento del debito pubblico americano nei prossimi anni e decenni. Un calcolo che, tra l’altro, non tiene in conto il piano di stimolo da 1,9 trilioni voluto dall’amministrazione Biden e licenziato pochi giorni fa dal Congresso.

Cosa dice il CBO? Il debito pubblico statunitense è destinato a crescere. La sua dimensione sarà pari al 202% del PIL USA entro il 2051, oggi tale percentuale è al 102%. E sarà un debito sempre più costoso. Se, osserva il CBO, per i prossimi dieci anni i tassi di interesse si manterranno piuttosto bassi, la loro crescita potrebbe essere robusta nei decenni a seguire, appesantendo il costo del debito e ponendo dei rischi alla stabilità del sistema finanziario pubblico.

Un altro paese che sta facendo i conti con un debito in rampante ascesa è la Gran Bretagna. Qui gli ultimi dati ci dicono che il deficit/PIL per il 2021 è atteso al 16.9%, ed il Debito/PIL al 100.2%. Le ultime proiezioni danno un picco di quest’ultimo rapporto al 109.7% nel 2023/2024. Poi la discesa.

Discesa che significa, necessariamente, riduzione del deficit e quindi meno spese e più entrate. Il ministro delle finanze inglese, Rishi Sunak, ha recentemente presentato il suo piano di intervento. Una strategia che dovrebbe ridurre di 6,9 punti percentuali il rapporto deficit/PIL già nel 2022.

Sunak ha utilizzato l’antichissimo metodo del bastone e della carota, annunciando da un lato l’estensione degli aiuti (ben 65 miliardi di sterline per la ripresa delle attività economiche) ed un super incentivo agli investimenti aziendali, dall’altro lato ha anticipato il futuro aumento delle tasse societarie: dall’aprile del 2023 la tassazione sui profitti aziendali passerà dal 19% al 23% ma solo per le aziende sopra i 250 milioni di fatturato. Si tratta di 47 miliardi di introiti in più per le casse statali in un quinquennio.

Debito e tasse sono due grandi temi che i governi di tutto il mondo dovranno prima o poi iniziare ad affrontare e sarebbe molto meglio iniziare a farlo prima che la fase emergenziale finisca.

Foto di Brett Hondow

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