Covid-19 e turismo, un colpo da 1,2 trilioni di dollari

Fresco di pubblicazione, il rapporto Covid-19 e turismo elaborato dalla UNCTAD (UN Conference on Trade and Development), riassume in un numero il peso della pandemia sul settore del turismo: 1,2 trilioni di dollari. And counting, come direbbero gli inglesi.

Il turismo è, molto probabilmente, il settore che a livello economico sta subendo i maggiori danni dalla pandemia di covid-19 che ha sconvolto il mondo a partire da inizio 2020. Il perchè risiede principalmente nelle forti limitazioni alla mobilità che i governi hanno, mano a mano, dovuto imporre per limitare il diffondersi del contagio. L’UN calcola che a marzo 2020 il 100% delle destinazioni internazionali aveva imposto una qualche restrizione sui viaggi. Un evento storico che per l’intera industria del turismo, ha significato il blocco completo.

Il rapporto Covid-19 e turismo elaborato dalla UNCTAD, prova ad analizzare effetti acquisiti e prospettive del comparto turistico, analizzando la situazione di 65 paesi e di 65 settori economici. Secondo il rapporto, il costo complessivo ad oggi è stimabile in 1,2 trilioni di dollari, l’equivalente dell’1,5% del PIL mondiale. Ma la cifra è destinata a crescere, tutto dipenderà dalle tempistiche di ripristino della mobilità internazionale. Secondo l’UN il conto totale potrebbe raggiungere i 3,3 trilioni di dollari nel caso in cui le restrizioni sui viaggi dovessero protrarsi sino a marzo 2021 (lo scenario peggiore ipotizzato dal rapporto). In termini di posti di lavoro il danno oscillerebbe tra i 100 ed i 120 milioni di occupati in meno. Di questi la gran parte donne e giovani sotto i 35 anni.

Per capire quanto questi numeri possano impattare sulla salute economica mondiale basta ricordare alcuni dati che l’UN ci fornisce. Il turismo è uno dei comparti economici a più alta crescita degli ultimi anni. Nel 2018 muoveva un giro d’affari da 1,48 trilioni di dollari, con un incremento annuo del 4,4%. Viaggi, alberghi e quanto gira attorno al settore rappresentano il 7% del commercio internazionale, 1,7 trilioni di dollari.

Per alcuni paesi il colpo sarà devastante ed avrà ricadute su tutta la filiera (dalle costruzioni all’agricoltura). In particolar le economie emergenti e le isole sono quelli che rischiano l’impatto maggiore in termini di PIL. La Jamaica, ad esempio, rischia un danno da 11 punti di prodotto interno lordo in meno, la Thailandia da 9 punti, la Malesia 3 punti (stessa situazione dell’Italia). In alcune di queste nazioni la disoccupazione può raggiungere il 20% e, nel caso il blocco persista sino a marzo 2021, alcune destinazioni turistiche potrebbero essere completamente cancellate dal panorama internazionale.

Covid-19 e turismo, l’impatto sul PIL nello scenario intermedio elaborato da UNCTAD

L’UN stima un ritorno alla “normale” operatività turistica entro un massimo di 19 mesi dall’inizio delle restrizioni, il che significa – nel peggiore dei casi – bruciare anche il 2021. Per questo motivo sarà importante il supporto governativo, un supporto – raccomanda il report – che deve bilanciare sia le esigenze di breve periodo (il sostegno al reddito), sia la necessità sul lungo periodo di rendere più resiliente la propria economica, riducendone la dipendenza da un singolo settore.

Foto di katyveldhorst

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