Indebitamento globale. La quarta onda potrebbe diventare uno tsunami

Dal 1970 ad oggi, spiega la World Bank nel suo ultimo Global Economic Prospects, il mondo ha avuto a che fare con quattro grandi ondate di indebitamento globale. Le prime tre, nel loro infrangersi, hanno sempre condotto ad una crisi finanziaria. La quarta, iniziata nel 2010, ha già superato le precedenti per velocità di crescita, grandezza ed ampiezza.

Il problema dell’indebitamento globale non è certo una novità. Ne abbiamo già parlato diverse volte anche nel nostro blog e basteranno alcuni dati per inquadrare la situazione. A fine 2018 la massa complessiva di debito era pari a 2,3 volte la ricchezza lorda mondiale, con le economie emergenti ed in via di sviluppo (EMDE), Cina in testa, a guidare questa corsa al denaro in prestito. Nel 2018 lo stock di debito relativo ai paesi EMDE ha toccato il 170% del PIL (pari a 55 trilioni di dollari), con un progresso del 54% rispetto al 2010.

Nell’analisi riportata nel capitolo 4 del Global Economic Prospects 2020, i ricercatori della World Bank provano a fare un po’ di storia del debito mondiale dal 1970 ad oggi. In questi cinquantanni l’economia globale ha avuto modo di confrontarsi con quattro grandi onde di indebitamento. La prima terminata del 1989, la seconda nel 2001, la terza nel 2002 e la quarta, ancora in formazione, iniziata nel 2010.

Analizzandole si scopre che la loro modalità di formazione è piuttosto simile. Tutte, infatti, sono state generate da un periodo prolungato di tassi di interesse molto bassi. Le prime tre onde, quelle già passate, si sono tutte concluse con una crisi finanziaria ed un successivo periodo di recessione globale. A seguito di ogni crisi finanziaria i legislatori hanno rafforzato la regolamentazione del mercato ma gli sforzi sono stati spesso resi vani dalla nascita di nuovi strumenti di debito e dall’arrivo di nuovi emittenti.

La World Bank ci dice anche qualcosa di più. Dal 1970 ad oggi si sono sperimentate, a livello nazionale, 520 episodi di rapido incremento del debito. Di questi la metà si è conclusa con una crisi finanziaria e consistenti costi all’economia locale, più pronunciati nel caso in cui la sorgente del debito era di natura pubblica.

La risposta alla crisi finanziaria del 2008 e la successiva recessione hanno portato ad un lungo periodo di tassi di interessi bassi, generando così una quarta ondata di indebitamento globale, tutt’ora in corso, che è per alcuni aspetti simile alle precedenti ma per altri appare molto più pericolosa.

Se uguale è la genesi, differente sembra esserne l’evoluzione. L’attuale ondata di debito cresce ad un ritmo mai visto in precedenza, ha già assunto una dimensione nettamente superiore alle tre precedenti ed interessa, in maniera estesa, sia il settore privato che quello pubblico.

Con l’indebolimento della crescita economica mondiale ed un progressivo innalzamento del livello minimo di rischio accettato dai sottoscrittori, uno shock economico o finanziario che porti ad un rapido rialzo dei tassi di interesse potrebbe avere effetti catastrofici. Date le dimensioni, la quarta onda potrebbe trasformarsi in uno tsunami.

Il muro di contenimento che può arginare la forza distruttrice di quest’onda, sottolinea la World Bank, è fatto di regolamentazioni adeguate e capaci di adattarsi, rapidamente, alle nuove forme di indebitamento ed ai nuovi attori che si affacciano sul mercato. Servono inoltre trasparenza nei conti, una efficente gestione dello stock di debito e coordinazione nelle scelte di politica monetaria.

Foto di Free-Photos

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