Il Fondo Monetario internazionale ha rilasciato l’aggiornamento al suo Global Debt Database. Anche se il trend continua ad essere in salita, le dinamiche del debito globale cominciano a cambiare.
Alla fine del 2018 il debito globale ha raggiunto quota 188 trilioni di dollari, 3 trilioni di dollari in più rispetto a fine 2017. Il rapporto debito/PIL medio globale ha raggiunto quota 226%, mezzo punto percentuale in più rispetto al 2017. In questi dati sono contenute due notizie, una buona e una cattiva. La buona è che l’incremento del rapporto debito/PIl è il più basso dal 2004, la cattiva è che, tra i vari paesi monitorati, crescono le differenze nella gestione del debito e si evidenziano situazioni di rischio in caso di congiuntura avversa.
Il rapporto del Fondo monetario internazionale coglie una doppia linea di tendenza nelle dinamiche del debito globale. Guardando al rapporto tra debito e PIL si nota come nelle economie avanzate questo si sia ridotto nel 2018, mentre nelle economie emergenti ha continuato a salire. Nel primo gruppo, dove sono sempre più numerosi i casi si avanzo nei bilanci statali, il rapporto fra il debito ed il prodotto interno lordo è sceso di quasi un punto percentuale. Nel secondo gruppo, quello delle economie emergenti, spicca il dato dell’Africa sub-sahariana – ne abbiamo parlato qualche giorno fa – con il rapporto debito/PIL salito del 2,5% in un anno. Un incremento a forte spinta pubblica.
Nell’analisi condotta da Marialuz Moreno Badia e Paolo Dudine per l’FMI emergono altri due aspetti interessanti, soprattutto per le possibili future implicazioni.
Nel 2018 il 90% delle economie avanzate presentava ancora un livello di indebitamento, rapportato al PIL, superiore agli anni pre-crisi del 2008. In un terzo dei casi il gap è ancora superiore al 30%. Nelle economie emergenti la situazione è ancora più complicata. Nel 25% dei paesi di questo gruppo il debito/PIL è superiore al 70%. Due paesi low-income su cinque sono a rischio dissesto finanziario per la troppa esposizione debitoria statale.
La situazione è ancora più a macchia di leopardo se si guarda alla sola componente privata del debito. Nelle economie avanzate i livello di indebitamento delle aziende ha raggiunto i picchi del 2008 e nella maggioranza dei casi il capitale raccolto serve per operazioni finanziarie (distribuzione di dividendi, buyback, fusioni ed acquisizioni). Il debito delle famiglie, invece, scende rispetto al 2008, con USA e UK a guidare questa tendenza.
Nelle economie emergenti il ricorso al debito da parte delle aziende si è ridotto del 4,5% rispetto al 2009. Le famiglie fanno maggior ricorso al debito rispetto a 10 anni fa ma lo stock di debito contratto è la metà rispetto a quello generato nelle economie avanzate.
Il rapporto, riassumendo, ci indica che le dinamiche del debito globale stanno evolvendo e che questo movimento porta con sé nuovi rischi, specie nel caso in cui la congiuntura dovesse peggiorare in maniera consistente. Da un lato aumenta la fragilità del settore pubblico delle economie emergenti. dall’altro, nelle economie avanzate, suscita sempre maggior preoccupazione la componente privata, con le aziende che continuano ad aumentare il ricorso al debito e la qualità di quest’ultimo che diventa sempre più discutibile.
Foto di TheDigitalWay