L’estate dei mercati finanziari. Un po’ come il meteo.

Luglio, il mese estivo per eccellenza, è un buon momento per analizzare come potrà essere l’estate sui mercati finanziari. O quantomeno si può provare ad identificare quali saranno le variabili da tenere sotto controllo.

Tutto sembra ruotare attorno agli USA. L’economia americana vive una fase di arzilla maturità. Certo non sembra avere più il fisico per sostenere una mezza maratona ma il passo veloce lo tiene ancora bene. Il mercato del lavoro rimane stabile, i fatturati non sembrano subire flessioni (al contrario dei profitti) e la spesa delle famiglie americane regge. Una situazione che ha fatto persino dubitare, in questi ultimi giorni, che la FED – altra protagonista dell’estate – possa alla fine prendersi ancora un mese di tempo prima di agire sui tassi di interesse. Magari per attendere che qualcosa di concreto esca dai negoziati USA-Cina; che la nuova ondata di trimestrali, prevista per metà luglio, dia indicazioni maggiori sullo stato di salute dell’economia.

I mercati hanno subito trasformato queste preoccupazioni in numeri, aprendo la settimana con poca lena. In realtà le previsioni continuano ad essere per un ritocco dei tassi (forse un po’ meno di quanto previsto). Se ciò accadrà potremo assistere ad un brindisi euforico dei mercati ma non durerà molto. Il perchè è molto semplice: le motivazioni del taglio. Se dal comunicato che solitamente accompagna la riduzione del tasso di riferimento emergesse una visione preoccupata sul futuro della crescita economia USA, allora gli investitori sostituirebbero i calici con una tazza di caffè. Per la FED è il classico momento “ogni cosa fai sbagli”, per questo motivo la decisione sarà sofferta e le parole conteranno come macigni.

E l’Europa? In attesa di capire il programma della nuova commissione, il vecchio continente si gode un momento di “apparente” tranquillità. L’Italia – per ora – sembra tornare sulla retta via e la Brexit è ancor un puntino lontano alla fine di ottobre. La rasoiata di Draghi ha sostanzialmente calmato le acque sul mercato dei governativi ed il successore, la francese Lagarde, pare figura ben distante dai falchi tedeschi (anche se in realtà non ci scommetteremmo). Il secondo semestre, atteso in lieve recupero sul fronte macro, avrà il suo clou nel già citato addio del Regno Unito all’unione. Un banco di prova fondamentale per la nuova commissione, un punto di domanda grande come una casa per gli investitori.

Che estate sarà sui mercati finanziari? A tratti indecifrabile, un po’ come il meteo. Picchi di caldo alternati a break temporaleschi. Una lotta tra perturbazioni e anticicloni che, in un’ottica di breve periodo, potrebbe risolversi in tanta volatilità e poca sostanza.

Foto di Tobias Hämmer da Pixabay

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