I mercati finanziari non sono tutti uguali. Questa apparente ovvietà porta con sè delle implicazioni molto importanti sull’operatività ed aggiunge un altro utile tassello alla discussione su cosa sia meglio tra gestione attiva e gestione passiva. In tutto ciò entra in gioco l’efficienza dei mercati.
Cosa si intende per efficienza dei mercati? La risposta sta nel rapporto tra le informazioni disponibili all’investitore ed il prezzo delle azioni. Possiamo considerare efficiente un mercato nel quale i prezzi delle azioni riflettono, in maniera rapida e razionale, tutte le informazioni presenti e passate.
L’efficienza di un mercato ha una notevole implicazione sulla sua profittabilità. Più un mercato è efficiente e meno saranno le opportunità per poter ottenere extra rendimenti e quindi meno profittevole sarà una gestione attiva. Se tutte le informazioni su una determinata società sono disponibili a tutti gli investitori, allora queste modificheranno in maniera veloce e razionale il prezzo, non consentendo di sfruttare eventuali asimmetrie informative per trarne un vantaggio. In un mercato efficiente la gestione passiva vince sulla gestione attiva. Parlando in termini di parametri, in un mercato efficiente l’alfa di un fondo (che indica l’apporto della gestione al rendimento del fondo) dovrebbe essere molto bassa.
Al contrario, se ci troviamo di fronte ad un mercato nel quale molte informazioni non sono disponibili a tutti gli investitori nello stesso momento, allora ci sarà la possibilità – per chi entra in possesso in anticipo delle nuove informazioni – di sfruttarle prima che queste arrivino a modificare il prezzo dell’azione. Più un mercato è inefficiente e maggiori saranno le occasioni per ottenere un extra rendimento. In questi casi la gestione attiva vince sulla gestione passiva.
La stessa percezione di efficienza di un mercato tende ad influenzare la valutazione del prezzo delle azioni. Sappiamo che per ogni azione esiste un prezzo di negoziazione ed un valore che viene stimato in base a determinati parametri fondamentali (flussi di cassa, politica di dividendi, etc…). La gestione attiva tende a sfruttare la presenza di discrepanze tra il valore intrinseco ed il prezzo di mercato di una azione; questo avviene, ad esempio, acquistando azioni considerate sottovalutate e vendendo azioni considerate sopravvalutate.
Più un mercato è efficiente e più gli investitori tendono a considerare il prezzo di mercato come una buona approssimazione del valore intrinseco di una azione. Se il mercato è inefficiente gli investitori tenderanno ad individuare, stimandolo, un proprio valore intrinseco da attribuire all’azione. Per farlo sfrutteranno le informazioni a loro disposizione, chi ne possiede di più ha maggiori capacità di individuare un prezzo “corretto” dell’azione.
Ma come riconoscere un mercato efficiente da uno non efficiente? Tra i fattori da tenere presenti ci sono le informazioni disponibili sulle azioni quotate, il loro livello di accesso e la rapidità con la quale la loro diffusione agisce sui prezzi. Questo processo di trasformazione, da informazione a prezzo, dipende sicuramente dal numero di partecipanti al mercato, dalla presenza di limiti nelle negoziazioni e dai costi di transazione e di acquisizione delle informazioni. Un alto numero di partecipanti, marginali restrizioni al trading e bassi costi di acquisizione delle informazioni fanno ragionevolmente pensare ad un mercato efficiente.
Parlavamo di informazioni disponibili. In base alla loro natura, il premio Nobel Eugene Fama (1970) ha individuato tre forme di efficienza dei mercati. Sono riassunte nella tabella sottostante:
Efficienza del mercato | Informazioni che si riflettono sul prezzo dell’azione |
Efficienza debole | Informazioni sul passato |
Efficienza semi-forte | Informazioni sul passato, informazioni di pubblico dominio |
Efficienza forte | Informazioni sul passato, informazioni di pubblico dominio, informazioni private |
Molte analisi hanno evidenziato come i mercati dei paesi emergenti siano tendenzialmente caratterizzati da una efficienza debole mentre quelli dei paesi avanzati presentino caratteristiche di efficienza semi-forte. Un mercato con efficienza forte è sostanzialmente un mercato perfetto nel quale l’unico rendimento ottenibile è quello commisurato al rischio che lo contraddistingue.