Con l’avvicinarsi dell’appuntamento elettorale americano gli occhi degli investitori sono puntati sull’aumento della volatilità sui mercati. Un indice particolarmente interessante da consultare in queste situazioni è il VIX. Il Vix è un indice calcolato sulla volatilità implicita del prezzo delle opzioni.Le opzioni sono uno strumento finanziario che da la possibilità di acquistare o vendere un determinato sottostante (azioni, indici, materie prime…) in un determinato momento e ad un certo prezzo fissato nel contratto. Si tratta perciò di scommesse sul futuro ed il loro prezzo varia in base alla profittabilità dello scenario che si delinea avvicinandosi alla scadenza.
Comparando l’andamento del VIX con lo S&P500 si è notato come vi sia tra i due una discreta correlazione negativa e che, a forti aumenti del VIX, corrispondano brusche sterzate ribassiste dell’indice azionario. Gli studi su questo indice, chiamato anche “indice della paura”, sono ancora in corso e molte teorie sono controverse. Un fatto è certo, gli operatori di mercato lo tengono in gran conto nelle loro analisi di scenario ed hanno anche identificato degli intervalli di valori entro i quali aumentano le possibilità che una forte sterzata ribassista si appalesi. In particolare il primo livello di sicurezza è quota 20, sotto questo livello non vi sono tensioni fuori dal normale e la tendenza del mercato azionario può considerarsi rialzista. Se l’indice balza sopra i 20 ma si mantiene sotto i 40 punti, si configura uno scenario molto teso ma non necessariamente ribassista. Sopra i 40 punti la “sciabolata” al ribasso è molto probabile con una volatilità molto elevata.
Cosa sta succedendo in questo momento? Negli ultimi 3 mesi il VIX è salito di oltre 5 punti percentuali fino ad arrivare a lambire quota 20. Siamo quindi ai margini della zona “gialla” che ci avverte dell’approssimarsi di una fase molto tesa sui mercati. La zona “gialla” è già stata raggiunta nel 2016 nei primi mesi dell’anno e nel periodo del referendum sulla Brexit. Facile prevedere che, se i sondaggi continueranno a confermare la battaglia sul filo di lana tra i candidati Clinton e Trump, l’indice è destinato a salire ancora.
Una vittoria di Trump, inviso ai mercati, potrebbe dare la stura ad un test verso i 30 punti mentre la vittoria della Clinton potrebbe raffreddare di molto la situazione. Al momento i prezzi delle azioni stanno scontando l’incertezza ed è facile immaginare quale possa essere il destino, nel brevissimo periodo, in caso di vittoria dell’uno o dell’altra.