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Zero emissioni nel 2050, servono 34 trilioni di dollari in più

L’obiettivo zero emissioni entro il 2050 diventa sempre più complicato e costoso da raggiungere. Il New Energy Outlook di BNEF chiama governi ed istituzioni internazionali ad uno scatto in avanti.

Nelle scorse settimane abbiamo riportato alcune notizie incoraggianti sul fronte della lotta al cambiamento climatico. Abbiamo raccontanto dei grandi progressi nel campo della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in particolare dal fotovoltaico, e ricordato che nel 2023 gli investimenti nella transizione energetica hanno toccato un nuovo record storico a quota 1.8 trilioni di dollari. Ma il cammino verso l’obiettivo emissioni zero entro il 2050 si presenta ancora molto tortuoso; non ancora impossibile da completare, ma sicuramente più costoso di quanto ci si attendesse.

A ricordarci tutto questo è l’ultima edizione del New Energy Outlook curato da Bloomberg NEF. Una delle conclusioni a cui giungono i curatori del report è che per arrivare alla neutralità in termini di emissioni dannose entro metà secolo serviranno 34 trilioni di dollari in più, vale a dire il 19% in più di quanto ipotizzato nello scenario base elaborato da BNEF. A generare questo extra costo sono stati i rallentamenti incontrati da alcuni settori fondamentali per raggiungere il target 2050: le auto elettriche, la cattura della CO2 ed il trasporto e lo stoccaggio dell’energia elettrica da fonti rinnovabili. Le cause di tali rallentamenti sono in parte politiche, ma una fetta di responsabilità va attribuita anche al contesto macroeconomico degli ultimi anni, caratterizzato da alta inflazione e da alti tassi di interesse.

Lo studio di BNEF elabora due scenari. Un primo scenario nel quale i governi si affidano solo alle tecnologie economicamente già oggi competitive. In questa ipotesi, comunque migliorativa rispetto alla situazione attuale, il surriscaldamento rispetto al periodo pre-industriale si avvierebbe a superare i 2° centigradi con le conseguenze che si possono immaginare. Nel secondo scenario, invece, i governi spingono su tutte le tecnologie disponibili per raggiungere l’obiettivo zero emissioni entro il 2050, con una proiezione di surriscaldamento a fine secolo di 1,75° centigradi

La differenza tra i due scenari, in termini di costi, è di 34 trilioni di dollari. Di questi quasi 7 trilioni di dollari andrebbero destinati alla cattura della C02, mentre gli investimenti nella rete elettrica dovrebbero toccare il trilione di dollari all’anno dal 2040 in poi. Inoltre, continua il report, per rientrare nel secondo scenario, le auto vendute dal 2034 in poi dovrebbero essere spinte solo da propulsore elettrico.

Numeri che fotografano chiaramente la grandezza dello sforzo, politico ed economico, richiesto. Uno sforzo che deve necessariamente essere condiviso e globale.

Illustrazione di Alan Frijns

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