Giappone, esportazioni su nuovi record a dicembre. Cina, nuovi tagli ai tassi prime

Nel mese di dicembre le esportazioni del Giappone hanno continuato a crescere, raggiungendo un nuovo valore record (complice anche l’effetto inflazione). In Cina proseguono le manovre espansive della Banca Centrale. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Giappone, esportazioni su nuovi record a dicembre. Nel mese di dicembre il valore delle esportazioni giapponesi ha toccato un nuovo record storico a quota 7,8 miliardi di yen, crescendo del 17.5% rispetto a 12 mesi prima. Si tratta del decimo mese consecutivo con una variazione positiva, elemento che conferma la buona ripresa della domanda internazionale. Per tutto il 2021 la crescita è stata del 21.5% rispetto all’anno precedente. Le esportazioni sono state trainate soprattutto dal settore auto, dai metalli e dai “preziosissimi” chip. Il dato in termini di volume, sgravato dell’effetto inflazione, segna un miglioramento del 2% su base annua.

Cina, nuovi tagli ai tassi prime. Dopo la mossa di inizio settimana, nuovo intervento della banca centrale cinese. Nuova riduzione dei tassi prime per imprese e famiglie. Il riferimento ad un anno scende dal 3.8% al 3,7%; quello a 5 anni (il benchmark dei mutui cinesi) dal 4.65% al 4.6%. La particolare proattività dell’istituto centrale cinese è evidente conseguenza di un’economia che ancora stenta a far ripartire le dinamiche di consumo interne. Per il governatore l’obiettivo rimane quello di agire in anticipo sulle aspettative del mercato.

Germania, nuovo balzo dei prezzi alla produzione. Ancora sirene inflazionistiche per la Germania. Nel mese di dicembre l’indice PPI è salito del 5% su base mensile, record dal 1951, più di cinque volte le attese del mercato. Contributi importanti da energia, materie prime e beni intermedi. Nel 2021 l’aumento della componente energia è stato del 24.8% rispetto al 2020.

USA, mercato del lavoro. Nella scorsa settimana le richieste di sussidi di disoccupazione sono salite ai massimi da metà ottobre 2021. Sono state infatti 286 mila le pratiche aperte, oltre le attese. Il dato destagionalizzato continua il trend di discesa, scendendo a 337 mila (-83 mila rispetto a 15 giorni fa). Stabilizzato il dato sui sussidi continuativi: la scorsa settimana si sono assestati a 1,63 milioni, in leggera crescita rispetto a 15 giorni fa ma ancora sui minini da inizio pandemia.

USA, Philly Fed di gennaio. Dopo l’Empire Index anche il Philly Fed segnala un miglioramento dell’attività produttiva nel mese di gennaio. L’indice dell’area di Philadelphia sale a 23.3, oltre tre punti meglio delle attese. Bene soprattutto la voce investimenti che passa da 20 a 26, riaccelerando rispetto a dicembre. Crescono, seppur a ritmo rallentato nuovi ordini e occupazione. La pressione sui prezzi rimane ancora considerevole.

USA, vendita di case esistenti. Nel mese di dicembre le vendite di case esistenti negli USA registrano una battuta di arresto, scendendo del 4.6% rispetto al mese precedente. La motivazione non va certo ricercata dal lato della domanda, che rimane sostenuta, ma da quello dell’offerta: a dicembre solo 918 mila abitazioni disponibili, -19% rispetto all’anno precedente e con prezzi cresciuti di oltre il 15% su base annua. Nel complesso il 2021 chiude su valori record da 15 anni a questa parte: 6.1 milioni di compravendite, con una variazione rispetto al 2020 dell’8.5%

Foto di kanenori

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