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Scatta l’ora di una rotazione di portafoglio?

Nei giorni in cui il Dow Jones tocca record storici, molti analisti parlano di rotazione di portafoglio. Probabilmente è l’ora di pensarci, ma la prudenza deve guidare ogni scelta, con un focus sui fondamentali e sui megatrend.

Martedì 24 novembre 2020 è una data che entrerà nella storia di Wall Street. Per la prima volta, infatti, l’indice Dow Jones ha toccato quota 30 mila punti. Una soglia che nei primi giorni di marzo, in pieno sell off, nessuno avrebbe potuto lontanamente immaginare fosse raggiungibile in un anno così disgraziato. Eppure la performance del Dow da gennaio ad oggi non è così esaltante. Solo un +5.3%, contro un +12.5% dello S&P500 ed un +34% del Nasdaq.

Il motivo? Ma naturalmente i titoli tecnologici che nel Dow, dove la capitalizzazione non conta, pesano molto meno. E nel 2020 sono proprio i titoli tecnologici, essenza dello stile growth, ad aver portato a casa le maggiori soddisfazioni. Tanto che ora comincia a circolare la fatidica domanda: continuare a puntare sul cavallo vincente o guardare nelle retrovie se c’è qualche esemplare dal curriculum interessante?

Fuor di metafora, continuare con i tecnologici o tornare su settori stoppati dalla pandemia? I primi a porsi la questione, circa l’opportunità o meno di effettuare quella che viene comunemente chiamata rotazione di portafoglio, sono naturalmente i gestori; e le risposte sono varie. JP Morgan Asset Management – leggiamo da Bloomberg – nelle varie note diffuse in questi ultimi giorni consiglia di tornare su settori azzoppati dal covid-19, come compagnie aeree, società del settore viaggi e hotel; Fidelity guarda con interesse all’Europa che però sconterà un quarto trimestre ancora negativo a causa della seconda ondata pandemica. Non manca una visione più prudente, come quella suggerita da Franklin Templeton e che non prevede allontanamenti repentini dai lidi asiatici, zone nelle quali la gestione della crisi legata al Sars-Cov-2 è stata decisamente più efficace.

Seguire l’onda o provare a spingere lo sguardo un po’ più in là? Come spesso accade la strada giusta potrebbe essere nel mezzo. Non tutto l’entusiasmo riversato sui titoli tecnologici è destinato a svanire in fretta e non tutti i settori mandati al tappeto dalla pandemia sono destinati a risollevarsi ed a riprendere la vecchia rotta. Questo sembra essere anche il pensiero di Amundi che nel suo Outlook 2021 focalizza l’attenzione sulla rotazione verso settori ciclici ma aggiungendo un filtro di qualità alle scelte. E non a caso tra le parole chiave troviamo gli ESG e i mercati emergenti.

Attraversare il 2021 significherà in molti casi attraversare un campo di battaglia all’indomani della resa del nemico: con attenzione e prudenza. Per il risparmiatore questo significa scelte ragionate, selezione e un ritorno ai fondamentali.

Foto di Mabel Amber

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