Germania e Francia, giù fiducia consumatori. BCE, attesa per mosse dicembre

Gli effetti della seconda ondata di covid-19 si fanno sentire sui consumatori, in Germania e Francia l’indice della fiducia scende nell’ultima lettura disponibile. Intanto la BCE si prepara alle nuove mosse previste per dicembre. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.

Germania e Francia, fiducia consumatori scende. Il sondaggio GfK sulla fiducia dei consumatori tedeschi non porta buone notizie nella sua ultima lettura di fine novembre. L’indice segna il minimo a 5 mesi, dal -3.2 del mese precedente si passa a-6.7, spinto all’ingiù dal forte peggioramento delle aspettative (ai minimi da maggio del 2020) e da una riduzione corposa della propensione al consumo. Pesa su tutto la seconda ondata della pandemia, la cui non vicina soluzione genera incertezza fra i consumatori tedeschi.

La fiducia dei consumatori francesi continua a scendere. A novembre registra il terzo mese consecutivo di calo, con l’indice che scende a 90, dal 94 di ottobre. Si tratta di un livello che non si era registrato nemmeno nei mesi bui della prima ondata pandemica. Per trovare un valore più basso bisogna tornare indietro fino alla fine del 2018; siamo inoltre ben al di sotto della media storica (attorno a 100 punti). Cala la componente legata alle aspettative sulla condizione finanziaria nei prossimi mesi, cala la propensione ai consumi e contemporaneamente aumenta il risparmio precauzionale.

Industria auto in Gran Bretagna. La produzione di auto in UK è scesa in ottobre del 18.2% su base annua, complice una ridotta domanda dal continente europeo e dagli Stati Uniti. Fanno da contraltare le vendite verso il quadrante asiatico, con le esportazioni verso il Giappone salite del 57% su base annua e quelle verso la Cina del 9.7%. Molto debole la domanda interna che è scesa del 13.6%

BCE verso nuove manovre a dicembre. Dai verbali BCE di ottobre emergono spunti interessanti in vista della prossima tornata di stimoli monetari prevista per dicembre. Le posizioni esposte dai membri del board sono concordi sulla necessità di ricalibrare gli attuali strumenti monetari utilizzati all’evoluzione della situazione economica (frenata della ripresa e inflazione depressa per tempi più lunghi di quanto precedentente previsto). Parallelamente il capo economista Philip Lane avverte che dagli ultimi indicatori emergono segnali di criticità sul fronte del credito ed in particolare per quel che riguarda l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Lane fa capire che le nuove decisioni della BCE – il prossimo 10 dicembre – dovranno andare anche in questa direzione.

Il monito che qualche membro del board lancia sulla necessità di ponderare rischi e benefici di nuove manovre espansive sembra allontanare un ulteriore taglio dei tassi. A questo punto è possibile una nuova linea di prestiti agevolati alle banche e l’estensione del PEPP.

In Svezia, intanto, la Riksbank sorprende tutti ed aumenta a 700 miliardi di corone il proprio QE (200 miliardi in più del precedente target). Nella conferenza stampa il governatore Ingves alza il tiro: possibili nuovi interventi nelle prossime settimane; i tassi rimarranno a zero probabilmente per anni.

Foto di homer0922

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