Dalla Cina arriva il dato sul PIL del secondo trimestre 2020. Pechino evita la recessione tecnica con un +3.2% ma deludono le vendite al dettaglio di giugno. Negli USA ancora 1,3 milioni di richieste settimanali di nuovi sussidi di disoccupazione. Questo ed altro nella K Briefing di oggi.
Cina, sul PIL torna il segno più, sulle vendite al dettaglio no. Cresce il PIL del secondo trimestre in Cina, +3.2% su base annua, parziale recupero dopo il -6.8% del primo trimestre 2020. La Cina è così il primo paese a tornare alla crescita, evitando la recessione tecnica. Ma le difficoltà son ancora tante. La produzione industriale cresce bene a giugno, +4.8%, sopra le attese, ma, sempre a giugno, rimangono fiacche le vendite al dettaglio. Per il sesto mese consecutivo è il segno meno a fare da protagonista. -1.8% contro attese di +0.3%, -11.7% rispetto al giugno del 2019.
USA, sussidi di disoccupazione stazionari. Per la seconda settimana consecutiva le nuove richieste di sussidi di disoccupazione negli USA ammontano a 1,3 milioni. Il dato segnala le difficoltà a ripartire per l’economia americana, alle prese con un ritorno dei contagi ed un difficile periodo di campagna elettorale. Deluse le attese di chi sperava di veder continuare a scendere il dato. Il totale dal 21 marzo scorso ha superato i 51 milioni. La media a 4 settimane scende ancora leggermente portandosi a 1.38 milioni. I sussidi continuativi continuano invece a calare, siamo ora sotto i 18 milioni (17.34 contro i 17.60 attesi dal mercato).
USA, vendite al dettaglio sopra le attese a giugno. Dopo il +18.5% di maggio, le vendite al dettaglio continuano il loro recupero, mettendo a segno un +7.5% anche in giugno. Si tratta di un dato sopra le attese di mercato. Il confronto è positivo anche rispetto a 12 mesi fa. La variazione su base annua è infatti del +1.1%. Riaprono i negozi e riprendono anche gli acquisti di abbigliamento, duramente colpiti durante il lockdown; +105% in giugno.
USA, Philly Fed ancora in territorio positivo a luglio. Rimane in territorio positivo l’indice dell’attività manifatturiera di Philadelphia. L’indicatore segna 24.1, in leggero calo rispetto al 27.5 di giugno. In analogia con l’Empire State Index visto ieri, a calare è soprattutto l’outlook, segno che gli operatori economici americani temono l’evolversi della situazione legata al covid-19.
Occupazione, UK peggior calo mensile dal 2011. Gli effetti del lockdown continuano a farsi sentire sul mercato del lavoro inglese. In giugno il numero di occupati è sceso di 28,1 mila unità (comunque meno delle attese). Nel calcolo trimestrale, a maggio, i posti persi sono stati 126 mila, il peggior calo trimestrale dal 2011. A calare soprattutto gli autonomi ed i lavoratori maschi over 65. Un po’ a sorpresa aumentano i contratti a tempo indeterminato.
Petrolio, OPEC conferma riduzione taglio produzione. Confermata per agosto la riduzione del taglio della produzione giornaliera di barili di greggio. 2 milioni di barili in più verranno prodotti dai paesi aderenti all’OPEC. Il prezzo del petrolio è al centro di spinte contrapposte. Da un lato c’è il dato sulle scorse di greggio USA, scese ai minimi da 6 mesi, dall’altro il riaccendersi della sfida tra USA e Cina.
Foto di Leslin_Liu