3 segnali per il quali il ribasso sull’azionario potrebbe non essere finito

I numeri ci dicono che nell’ultimo mese lo S&P500 ha recuperato poco più dell’11%. L’Eurostoxx è rimbalzato del 7,3% Molti analisti guardano a questi dati come all’evidenza che il peggio potrebbe essere alle spalle. Ma non c’è unanimità. Oggi vi raccontiamo 3 segnali che arrivano dai mercati e per i quali il ribasso sull’azionario potrebbe non essere ancora finito.

Il primo segnale arriva dal consueto sondaggio UBS Global Wealth Management. Ci parla di una notevole prudenza da parte dei possessori di grandi patrimoni nel rientrare sul mercato azionario. Per il 60% dei “ricconi” con patrimonio da 1 milione di dollari in sù lo scenario recessivo nei prossimi 12 mesi è assolutamente probabile. Una convinzione che si traduce in una volontà di attendere (lo dice il 61% degli intervistati) che la borsa scenda di una altro po’ (dal 5 al 20%) prima di tornare ad acquistare. Solo il 23% ritiene che i tempi siano maturi per tornare sul mercato, mentre il 16% sostiene di mantenersi alla larga dal mercato che giudica al momento orso. Ad essere più pessimisti sembrano gli investitori americani, mentre una maggior fiducia si respira tra gli investirori asiatici.

Il secondo segnale arriva dai flussi degli ETF. Nel monitor settimanale curato da Lipper sul mercato americano si nota il consolidamento di alcune tendenze. Continua l’aumento di flussi in entrata sul reddito fisso e sul monetario. Torna a crescere (seconda settimana consecutiva) la quota di nuovi investimenti su etf azionari ma con una netta prevalenza per il settore Health Care e per gli ESG. Male invece gli ETF azionari su indice generici. Cosa ci dice tutto questo? Se da un lato la prudenza continua ad essere tanta (monetari e reddito fisso), si comincia un posizionamento di lungo periodo (ESG) o puntando su titoli difensivi (Health Care).

Il terzo segnale arriva ancora una volta dagli ETF, questa volta sono i cosiddetti leveraged a darci qualche indicazione. Stando agli ultimi dati disponibili è sensibilmente aumentato il flusso in entrata sugli strumenti short sull’azionario, tanto sensibile da essere il maggior aumento dal 2013 ad oggi. Mettersi short sull’azionario pare una mossa di copertura. Evidentemente ci sono molti timori sul futuro prossimo delle borse. Molti investitori continuano a pensare che il rally sia solo un episodio momentane all’interno di un più lungo percorso di discesa. Tecnicamente a sostegno di questa tesi c’è la mancanza di un secondo test dei minimi.

Noi continuiamo a pensare che, nel breve periodo, ci sia ancora da attendere qualche dato prima di rituffarsi nell’azionario. Sul lungo periodo, invece, molte occasioni a prezzi interessanti.

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