Elezioni USA: il portafoglio rosso e quello blu

Mettendo assieme sondaggi, intenzioni di voto e finanziamenti delle rispettive campagne elettorali si può provare – in via del tutto teorica – ad ipotizzare due portafogli di investimento. Il portafoglio rosso punta tutto sulla riconferma di Trump e sulla vittoria del partito dell’elefante anche al senato. Il portafoglio blu invece scommette sul manifestarsi dell’ormai citatissima Blue Wave.

La premessa è d’obbligo. Alla fine le borse seguiranno come è sempre successo l’andamento dell’economia reale. Se nel breve periodo è possibile che gli investitori perdano la via maestra per seguire mode passeggere, nel medio termine – e quattro anni di amministrazione lo sono – saranno i profitti delle aziende, l’occupazione, i prezzi ed in generale la crescita economica del paese a fare davvero la differenza.

Però, ammettiamolo, il gioco ad immaginare il portafoglio più adatto al nuovo presidente degli Stati Uniti è avvincente. Fatta la premessa possiamo continuare a patto che, è un accordo che stringiamo ora tra scrivente e lettore, rimanga un gioco o meglio, una piccola analisi di scenario.

Su cosa ci si può basare per capire quali settori saranno avvantaggiati e quali no nei due ipotetici scenari post elezioni? Abbiamo sicuramente i programmi dei rispettivi candidati ma non solo. I sondaggi, iper targhettizzati, ci possono dare molte informazioni e, non ultimo, i dati sui finanziatori delle campagne elettorali repubblicana e democratica sono un’ulteriore riserva di indizi.

Partiamo dai programmi. Lo sfidante Biden sembra voler puntare su due obiettivi principali: un programma di investimenti in grado di rilanciare l’economia; una serie di interventi che mirano a ridurre le tante disuguaglianze economico sociali gonfiatesi negli USA – ma non solo lì – negli ultimi anni. E sono disuguaglianze di vario genere: da quelle sulla tassazione alla sanità, dalla competizione di mercato fino a quelle legate a tematiche raziali e di genere.

Dal lato di Trump, un po’ fumoso a dire il vero, sembra esserci soprattutto una nuova ondata di stimoli fiscali sotto forma di ulteriori minori tasse (sia per le persone fisiche che per le società), una continuazione della politica di rinegoziazione “spinta” dei rapporti commerciali con i partner d’oltre oceano ed un rafforzamento del settore difesa. Nel piano c’è anche spazio per un programma di miglioramento dell’educazione.

In definitiva, limitandoci ai soli punti economici dei due programmi, emerge per entrambi una certa propensione alla spesa in deficit. Entrambe le parti intendono intervenire sul fronte infrastrutture e sicuramente tutti e due vareranno per prima cosa un piano di stimoli e di aiuti alle imprese per contrastare la crisi scatenata dalla pandemia. Le grosse differenze emergono su tre piani: l’atteggiamento sulle tasse, sulla sanità e sulle relazioni con i partner internazionali.

Un sondaggio PwC U.S. Pulse Survey prova a stabilire le preoccupazioni dei manager delle grandi aziende americane legate ad ogni candidato. Per Biden la percentuale di chi si dice preoccupato per un aumento delle tasse vola oltre il 60%; per Trump nuovi problemi di relazione con la Cina inquieta oltre il 30% degli intervistati. La seconda grande preoccupazione nel caso di vittoria di Biden è identificata nella riforma del sistema sanitario (oltre il 30%), mentre nel caso di vittoria di Trump emergono sempre problemi di relazioni internazionali e sull’immigrazione (tutte sopra il 20%).

Ancora più fondante il dato sui finanziatori delle campagne elettorali repubblicana e democratica. Qui i dati del Center for Responsive Politics sono molto interessanti. Tra i maggiori finanziatori della campagna di Trump ci sono società del settore dell’energia (petroliferi in primis) e della sanità privata. Settore finanziario e quello delle comunicazioni alimentano invece la corsa alla Casa Bianca di Biden.

Con queste informazioni possiamo provare a tirare fuori due portafogli azionari? Prendendo a riferimento gli 11 settori dello S&P500 andiamo a sovrapesare o sottopesare quelli che potrebbero guadagnarci o perderci a seconda di chi vinca le elezioni.

SettoreTrump (portafogli rosso)Biden (portafoglio blu)
CONSUMER DISCRETIONARYNN
CONSUMER STAPLESNN
HEALTH CARESVST
INDUSTRIALSNSV
ITNST
MATERIALSNN
REAL ESTATESVSV
COMMUNICATIONSNSV
UTILITIESSVSV
FINANCIALSSVN
ENERGYSV (petroliferi)SV (rinnovabili)
N: neutro – SV: sovrappesato – ST: sottopesato

Per quel che riguarda il portafoglio rosso i sovrappesi vanno sui settori che potrebbero beneficiare di ulteriori tagli delle tasse sui profitti e di un corposo piano infrastrutturale, oltre ai settori “protetti” da Trump (petrolifero e healthcare). Il portafoglio blu potrebbe penalizzare l’IT (se dovesse passare la linea Warren) ed il settore dell’healtcare nel caso in cui si realizzare la riforma sanitaria. L’eventuale aumento delle tasse non dovrebbe incidere in maniera particolarmente significativa, in primis perchè sarà sicuramente posticipato, poi il forte piano di investimenti dovrebbe mitigarne gli effetti.

Foto di Long vn

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.