La parola a Powell e Lagarde

Powell e Lagarde si prendono la scena ma nella sostanza le politiche monetarie rimangono invariate. Il 2020 sarà anno di pausa (Fed) e di studio (BCE), osservando i segnali provenienti dall’economia e dai mercati. India, inflazione UE e molto altro nel K Briefing odierno.

Banche centrali, la parola a Powell e Lagarde. Fermi dovevano restare e fermi sono rimasti. Powell e Lagarde hanno comunicato, tra ieri ed oggi, che i tassi di riferimento delle rispettive Bance Centrali rimangono fermi. Tra l’1,5% e l’1,75% negli USA e a 0 per la BCE. Nelle rispettive conferenze stampa sono emersi particolari interessanti.

Per Powell l’economia statunitense continua a crescere caratterizzata da un mercato del lavoro stabile e da consumi robusti. Segnali inflattivi non se ne vedono e quindi alla banca non resta che rimanere vigile, pronta ad intervenire nel caso in cui qualcosa si modifichi improvvisamente. Powell ha sottolineato che gli interventi sul mercato monetario stanno ottenendo i risultati sperati e che la Banca Centrale continuerà ad agire per garantire la trasmissione all’economia reale delle decisioni di politica monetaria.

Lagarde, alla prima conferenza stampa da governatrice, prova ad essere ottimista. Esistono segnali che la fase di rallentamento economico sta indebolendosi. Come ogni nuovo inquilino che si rispetti, la governatrice annuncia l’avvio di una revisione strategica della politica monetaria della BCE, un lavoro che auspica possa iniziare già a gennaio e chiudersi entro il 2020. Una revisione, l’ultima è datata 2003, che terrà in conto di due grandi temi: il cambiamento climatico e le disuguaglianze. Forse è giunto anche il momento di rivedere il concetto di stabilità dei prezzi ed il target di inflazione.

Svizzera, tassi invariati al -0.75%. La banca centrale svizzera ha deciso di mantenere invariati i tassi di riferimento, la decisione era attesa dal mercato. Nonostante i tassi negativi il paese elvetico sta vivendo una fase di deflazione.

Inflazione UE. La dinamica dei prezzi al consumo si mantiene debole sia in Germania che in Francia. A livello mensile novembre ha registrato prezzi in calo in entrambi i paesi (più accentuato seppur atteso il calo in Germania, inatteso quello in Francia). Su base annua l’inflazione si piazza attorno all’1% (+1.2% in Germania, +1% in Francia).

Produzione industriale Eurozona, male in ottobre. Si contrae la produzione industriale nell’eurozona ad ottobre. -0.2% mensile, -2.2% su base annua

Singapore. Battuta d’arresto per i consumi ad ottobre. -2.2% su base mensile, -4.3% rispetto ad ottobre 2018. In peggioramento rispetto ai già negativi dati di settembre (rivisti al rialzo).

India, prezzi su, produzione giù. Scenario da stagflazione L’inflazione sale al 5,54% su base annua a novembre, meno delle attese ma pur sempre sopra il target della Banca centrale (4%). I dati della produzione industriale confermano il momento molto complesso per l’India. -3.8% ad ottobre su base annua. Su base mensile il settore manifatturiero contrae la propria produzione del 2,1% (dopo il -4% di settembre). Uno scenario da stagflazione.

USA. Prezzi alla produzione sostanzialmente stabili. Su base annua crescono dell’1,1% i prezzi alla produzione a novembre, il dato core si ferma a +1.3%. Leggermente sotto le attese. Su base mensile i prezzi sono in calo rispetto ad ottobre nella componente core (-0.2%), stabili nel complesso (0%).

Occupazione USA. Sono aumentate più del previsto le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione la settimana scorsa. 254mila contro attese di 123mila. La settimana precedente erano state 203mila. Anche il dato medio a 4 settimane (meno volatile) mostra un incremento: 224mila contro 217mila.

USA-Cina. Un tweet del presidente Trump alimenta l’ottimismo su una possibile svolta, a brevissimo, della trattativa. “Getting VERY close to a BIG DEAL with China. They want it, and so do we.”

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Foto di moritz320

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