Nel 2019, fino ad oggi, lo S&P500 ha messo a segno un rialzo del 26,40%, ritoccando più volte i propri record. Anche l’utile per azione medio ha toccato, sempre stando ai dati fino ad ora disponibili, il secondo livello più alto di sempre. Cosa potrà accadere nel 2020?
A darci una mano, per provare a fare qualche ipotesi, ci sono i dati rilasciati qualche giorno fa da Factset sulle prospettive per il 2020 del rapporto utile per azione, medio, dello S&P500.
Andiamo con ordine e per prima cosa ricordiamo cosa sia il rapporto utile per azione (EPS).
L’utile per azione (EPS) non è altro che la divisione degli utili ottenuti da una società per il numero di azioni emesse della stessa. Esempio, se una società dichiara 100 euro di utili ed ha emesso 10 azioni, l’utile per azione sarà 10 (100 / 10).
Factset, come si diceva, ha provato a dedurre quale potrebbe essere il livello medio di utili per azioni a fine 2020 partendo dal dato stimato ad inizio anno. Prendendo come riferimento la serie storica che va dal 1999 al 2018 si arriva ad avere una differenza tra l’indicazione di EPS atteso ad inizio anno e l’EPS effettivo alla fine dell’anno del 6,9%. Eliminando gli episodi eccezionali (il 2001, la crisi del 2008 e del 2009) il dato scende all’1,8%.
Questo significa che da 20 anni a questa parte, in media, gli analisti hanno sovrastimato il rapporto EPS e che questo a fine anno si è dimostrato più basso, sempre in media, del 6,9%.
A questo punto FactSeet prova ad applicare i dati storici al 2020. Prendendo la stima attuale dell’utile per azione ed applicando la percentuale di scarto del 6,9% si ottiene un EPS a fine 2020 di 166,22 dollari, in media, per l’indice S&P500. Con lo scarto del 1,8% si arriva a 175,33 dollari di utile per ogni azione. Entrambi i dati rappresenterebbero un nuovo record per l’indice newyorkese.
EPS in crescita non significa necessariamente utili in salita. Occorre tenere in conto delle tante operazioni di buyback perfezionatesi quest’anno o in divenire nel 2020. Il riacquisto delle azioni comporta una diminuzione del numero totale di azioni presenti e questo incide sull’EPS riducendo il denominatore. A parità di utile, un minor numero di azioni aumenta comunque l’EPS.
Foto di Gino Crescoli