Il discorso di Mario Draghi. Bazooka, crescita ed inflazione.

SuperMario tira dritto e nel suo penultimo consiglio da governatore della BCE accontenta i mercati e ricarica il famoso “bazooka”. Chiudiamo questa settimana riportando le parti più interessanti del discorso di Mario Draghi.

Il bazooka BCE, ecco i 5 ingredienti. C’è tutto, anche un’ipoteca sulla prima parte di mandato del nuovo governatore (Christine Lagarde). QE più basso del previsto in termini di quantità ma senza scadenza e con il riacquisto dei titoli a scadenza che continuerà ben al di là del termine del piano di acquisto.

” abbiamo deciso di ridurre di 10 punti base, al -0,50%, il tasso sui depositi presso la banca centrale. […] il Consiglio direttivo ha stabilito di riprendere gli acquisti netti nell’ambito del suo programma di acquisto di attività (PAA) a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 1o novembre. […] intendiamo continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PAA per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizieremo a innalzare i tassi di interesse di riferimento della BCE, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario […] La nostra quarta decisione è stata di modificare le modalità della nuova serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT III) trimestrali per preservare condizioni favorevoli del credito bancario, assicurare l’ordinata trasmissione della politica monetaria e sostenere ulteriormente l’orientamento accomodante di politica monetaria. […] Come quinta decisione, al fine di sostenere il canale bancario di trasmissione della politica monetaria, il Consiglio direttivo ha stabilito di introdurre un sistema a due livelli per la remunerazione delle riserve, in cui parte della liquidità in eccesso detenuta dalle banche sarà esente dal pagamento del tasso di interesse negativo sui depositi presso la banca centrale. “

Inflazione debole, persistentemente debole. Draghi tiene a sottolineare, anche nel corso della conferenza stampa, che la BCE non tollererà un’inflazione troppo bassa e che la banca centrale ha molti strumenti per sostenere il livello dei prezzi. Questo in risposta a mercati che ritengono al lumicino le possibilità di manovra di Francoforte.

” Le decisioni odierne sono state assunte in risposta a un livello di inflazione che continua a essere inferiore a quello da noi perseguito. Le informazioni che si sono rese disponibili dopo la scorsa riunione del Consiglio direttivo indicano infatti una più protratta debolezza dell’economia dell’area dell’euro, la persistenza di pronunciati rischi al ribasso e pressioni inflazionistiche contenute. Ciò trova riscontro nelle nuove proiezioni dei nostri esperti, che mostrano un ulteriore ridimensionamento delle prospettive di inflazione […] Le misure dell’inflazione di fondo restano in generale contenute e gli indicatori delle aspettative di inflazione si collocano su bassi livelli. Se da un lato le pressioni sul costo del lavoro sono diventate più forti e generalizzate a fronte dell’elevato grado di utilizzo della capacità produttiva e di condizioni più tese nei mercati del lavoro, dall’altro lato la loro trasmissione all’inflazione impiega più tempo di quanto anticipato in precedenza. Ci si attende che nel medio periodo l’inflazione di fondo aumenti, sostenuta dalle nostre misure di politica monetaria, dall’espansione economica in atto e dalla robusta crescita salariale “

Crescita fiacca ma basso rischio di recessione. Aumenta (poco) il credito erogato a famiglie ed imprese. Le stime di crescita vengono riviste al ribasso, mercati emergenti e crisi del commercio sono le “infiammazioni” che minano l’economia europea. Traspare qualche perplessità sulla lentezza di trasferimento delle decisioni di politica monetaria all’economia reale con i prestiti che crescono ma lentamente.

“Le proiezioni indicano una crescita annua del PIL in termini reali dell’1,1% nel 2019, dell’1,2% nel 2020 e dell’1,4% nel 2021. Rispetto all’esercizio condotto a giugno 2019, le prospettive per l’espansione del PIL in termini reali sono state riviste al ribasso per il 2019 e il 2020. I rischi per le prospettive di crescita nell’area dell’euro restano orientati verso il basso. Questi rischi riguardano principalmente la prolungata presenza di incertezze connesse a fattori geopolitici, alla crescente minaccia del protezionismo e alle vulnerabilità nei mercati emergenti”

“A luglio scorso il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle società non finanziarie è rimasto invariato al 3,9%. Il tasso di incremento sui dodici mesi per l’insieme dei prestiti alle società non finanziarie continua a essere solido, benché i prestiti a breve termine, più sensibili al ciclo, mostrino segnali di debolezza. Il tasso di crescita sui dodici mesi dei prestiti alle famiglie si è collocato al 3,4% a luglio, dopo il 3,3% di giugno, continuando a registrare un graduale miglioramento.”

Politica fiscale, ora tocca a te. Nel discorso di Mario Draghi torna prorompente la richiesta di collaborazione alle altre politiche.

“Per poter fruire appieno dei benefici derivanti dalle nostre misure di politica monetaria, le altre politiche devono contribuire in modo più decisivo a incrementare il potenziale di crescita a più lungo termine, a sostenere la domanda aggregata nella fase attuale e a ridurre le vulnerabilità. “

Germania spendi, Italia ristrutturati. Non manca un riferimento puntuale (e forse il meno digerito da alcune cancellerie) alla necessità che paesi con bilanci solidi abbiano il coraggio di porre in atto politiche fiscali espansive. L’ombrello della BCE è aperto, invece, per permettere ai paesi con un grande debito pubblico di porre in atto le riforme necessarie per riposizionarsi su una traiettoria virtuosa.

“Quanto alle politiche di bilancio, il loro orientamento lievemente espansivo nell’area dell’euro fornisce al momento un certo sostegno all’attività economica. Alla luce dell’indebolimento delle prospettive economiche e di rischi al ribasso ancora pronunciati, i governi che dispongono di margini per interventi di bilancio dovrebbero agire in maniera efficace e tempestiva. I governi dei paesi con un debito pubblico elevato devono perseguire politiche prudenti che creino le condizioni affinché gli stabilizzatori automatici operino liberamente. Tutti i paesi dovrebbero intensificare gli sforzi per conseguire una composizione delle finanze pubbliche più favorevole alla crescita”

Il link alle domande e risposte nel corso della conferenza stampa

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