Quando si deve valutare un fondo comune di investimento od un etf, tornano molto utili alcuni concetti matematici (beta e R quadro ) che, in maniera sintetica e chiara, ci possono dare molte informazioni sulla loro gestione.
Abbiamo già visto in un precedente post quale sia il significato del termine beta, in quel caso lo abbiamo collegato ad un titolo azionario ma lo stesso indicatore può essere utilizzato anche per valutare fondi comuni ed etf. In questo caso, però, il beta da solo può non essere significativo. Per questo motivo viene utilizzato un secondo indicatore, il coefficiente di determinazione, meglio noto come R quadro.
Tralasciando spiegazioni matematiche troppo complesse, andiamo a vedere in pratica cosa significano questi due indicatori e facciamo poi un esempio concreto.
Partiamo, o meglio riprendiamo, il discorso relativo al beta. Il beta misura la sensibilità di un fondo o di un ETF alle oscillazioni del mercato di riferimento. Un beta uguale ad 1 ci dice che il nostro fondo seguirà in maniera precisa l’andamento del mercato (il beta del mercato è infatti pari a 1), un valore inferiore ad 1 identificherà un fondo le cui oscillazioni (rialzi e ribassi) saranno smorzate rispetto al mercato; viceversa un beta maggiore di 1 ci segnalerà un fondo le cui oscillazioni sono maggiori rispetto a quelle del mercato di riferimento.
Abbiamo detto che il beta ci parla della volatilità di un fondo rispetto a quella del suo mercato di riferimento. Ma siamo sicuri che il movimento del fondo dipenda effettivamente dal mercato? In altre parole, siamo sicuri che il rischio che interviene sia prevalentemente quello sistematico (ossia quello remunerato dal mercato)? Per rispondere a questa domanda ci viene in aiuto l’R quadro. Questo indicatore, chiamato anche coefficiente di determinazione, ci dice – in percentuale – quanta parte dell’oscillazione di un fondo è riconducibile al movimento del mercato di riferimento. Un R quadro del 100% ci indicherà che i movimenti del fondo sono totalmente riconducibili ai movimenti del mercato di riferimento. Tanto più ci si allontana da quota 100, tanto più i movimenti del fondo diventano meno collegati al mercato.
La lettura contemporanea dei due indicatori ci aiuta a valutare un fondo comune di investimento od un etf. Pur non essendoci una regola precisa, possiamo ragionevolmente affermare che il valore di beta sarà tanto più significativo quanto più alti saranno i valori di R quadro. Si può anche considerare una soglia minima di R quadro – attorno al 75-80% – sotto la quale l’analisi del beta è poco utile.
Facciamo un esempio. Prendiamo due fondi che investono sull’azionario USA (il mercato di riferimento*) e valutiamo R quadro e Beta sfruttando i dati disponibili, ad esempio, sul sito di Morningstar.
JPMorgan Investment Funds – US Select Equity Fund D (acc). Beta: 1,16 – R quadro: 88,46
In questo caso l’R quadro ci dice che l’88% delle oscillazioni del fondo sono causate dall’andamento del mercato di riferimento. Con questo R quadro possiamo considerare significativo anche il beta. Per questo fondo le oscillazioni del fondo possono essere del 16% superiori rispetto a quelle del mercato di riferimento.
AB – Select US Equity Portfolio A Acc Beta: 0,93 – R quadro: 94,43
Per questo secondo fondo l’R quadro ci dice che il 94% delle oscillazioni è conseguenza del movimento del mercato di riferimento. Anche in questo caso il beta risulta significativo. Nello specifico, il fondo oscilla meno del mercato di riferimento; a fronte di una variazione del mercato il fondo si muoverà del 7% in meno.
Possiamo quindi dire che il secondo fondo rappresenta meglio il suo mercato di riferimento e risulta meno volatile rispetto all’andamento dell’indice di riferimento. Il primo fondo risulta più aggressivo anche se il suo andamento risente per oltre il 10% da variabili non legate al mercato di riferimento. Avendo un R quadro maggiore, il beta del secondo fondo risulta più significativo rispetto a quello del primo fondo.
Naturalmente per scegliere tra i due fondi dovremmo analizzare anche altri aspetti, (volatilità, analisi rispetto al benchmark, costi, etc…). Con questi due indicatori possiamo però trarre alcune considerazioni importanti circa la coerenza tra il fondo ed il mercato di riferimento (r quadro) e l’atteggiamento difensivo od aggressivo della gestione (beta).
Parlavamo anche di ETF. In realtà, essendo questi strumenti delle repliche di indici, ci attendiamo che sia il beta che l’R quadro siano uguali o vicinissimi a 1. Più ci si allontana da questo valore è meno efficace risulta la replica dell’indice.
*Ovviamente le analisi sull’R quadro hanno un senso soltanto se si compara l’andamento del fondo al suo reale mercato di riferimento, Morningstar utilizza il “best fit” index, che consente un’analisi più efficace rispetto al benchmark di categoria.