L’attualità sembra aver completamente travolto le tematiche collegate al cambiamento climatico. Anzi, c’è persino chi sfrutta il momento per provare a martellare le fondamenta del faticoso e lungo processo di presa di coscienza del problema da parte del legislatore. Ma il cambiamento climatico non si ferma e nemmeno la nostra sezione dedicata alla Green Economy.
Oggi parliamo di una recente ricerca condotta da Sandra Aguilar-Gomez, Joshua S. Graff Zivin e Matthew J. Neidell, pubblicata dal National Bureau of Economic Research. Lo studio sottolinea come le temperature estreme non siano soltanto un problema ambientale, ma abbiano ripercussioni dirette sul sistema sanitario e, conseguentemente, sull’economia di un paese.
In primo luogo, l’aumento delle giornate con temperature elevate comporta un incremento significativo delle visite e dei ricoveri ospedalieri. Quando le temperature si spingono oltre certi limiti critici, si osserva una maggiore incidenza di problemi cardiovascolari, colpi di calore e altre emergenze legate allo stress termico. Uno studio condotto in Messico ha rilevato che con temperature superiori ai 34°C aumentano del 7% le visite mediche e del 4% le ospedalizzazioni giornaliere.
Questo afflusso improvviso di pazienti crea un sovraffollamento nelle strutture sanitarie, che si traduce in maggiori costi di gestione e in un impatto negativo sulla qualità dei servizi offerti. Le strutture, infatti, non sono sempre predisposte a fronteggiare improvvisi picchi nella domanda, e ciò può comportare ritardi nel trattamento e un peggioramento degli esiti sanitari per i pazienti. Sempre i dati relativi al Messico, mostrano un incremento del 5% della mortalità nei pazienti ricoverati per patologie non collegate alle ondate di calore.
Gli autori sottolineano come tali conseguenze sanitarie, pur essendo spesso trascurate dalle valutazioni economiche tradizionali, rappresentino un costo indiretto non trascurabile per la società. Le spese impreviste per il sistema sanitario non solo aumentano il carico finanziario sulle amministrazioni locali e nazionali, ma incidono anche sulla produttività, poiché malattie e ricoveri costringono ad una riduzione della forza lavoro attiva. Di conseguenza, il cambiamento climatico si manifesta come un fattore di rischio che aggrava le disparità sociali ed economiche, penalizzando maggiormente le fasce più vulnerabili della popolazione.
Aguilar-Gomez e i suoi colleghi sottolineano che il progressivo peggioramento delle condizioni climatiche, rende sempre più urgente ripensare l’organizzazione del sistema sanitario in ottica preventiva, investendo in tecnologie e strutture capaci di gestire l’aumento della domanda nei periodi di stress termico. La preparazione a eventi climatici estremi è, quindi, non solo una questione di salute pubblica, ma anche di sostenibilità economica e resilienza del sistema nazionale.
Anche per questo, osservano gli autori, è importante considerare i costi sanitari come parte integrante delle valutazioni economiche relative al cambiamento climatico. Un approccio più integrato potrebbe favorire politiche pubbliche che, non solo mitigano le emissioni di gas serra, ma migliorano anche la capacità del sistema sanitario di far fronte alle emergenze, contribuendo a ridurre così i costi complessivi per la società.
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