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“Central Bank Digital Currencies down”. Il poco appeal delle valute digitali delle banche centrali

La valute digitali emesse dalle banche centrali, le Central Bank Digital Currencies, non sembrano incontrare il favore del pubblico. I numeri raccolti da Kevin Dowd sono impietosi.

Tutto è iniziato in Finlandia. Nei primi anni 90 dello scorso secolo la banca centrale diede vita ad Avant, un sistema di smart card prepagate progettato per i pagamenti digitali. Avant può essere considerato a tutti gli effetti il capostipite delle valute digitali emesse dalle banche centrali, le Central Bank Digital Currencies (CBDC).

A distanza di oltre trent’anni, l’esperienza delle Central Bank Digital Currencies non sembra aver ancora portato ai frutti sperati, tra accelerazioni e frenate. Nel suo “So far, Central Bank Digital Currencies have failed”, pubblicato nel 2024, Kevin Dowd (professore di economia e finanza alla Durham University) ha analizzato le esperienze delle valute digitali delle banche centrali (CBDC) implementate fino ad oggi in Finlandia, Ecuador, Caraibi, Cina e Nigeria.

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In estrema sintesi si può affermare che la fotografia scattata da Dowd è estremamente scoraggiante. Il progetto finlandese di cui si diceva in precedenza è stato abbandonato. L’Ecuador, che ha lanciato una CBDC nel 2014, ha interrotto l’iniziativa nel 2018 a causa della scarsa adozione da parte del pubblico. Le tre CBDC implementate nei Caraibi, così come quelle in Cina e Nigeria, sono ancora operative. Tuttavia, in questi casi, la domanda pubblica è stata estremamente bassa.

Kevin Dowd conclude che tutte queste esperienze possono essere riassunte come una serie di esperimenti abbandonati, flop imbarazzanti ed esercizi monumentali di arroganza dei policymaker. In ciascun caso in cui esistono dati per valutare la situazione, la domanda pubblica per le CBDC è stata estremamente bassa. L’esperienza suggerisce che le CBDC non offrono benefici tangibili che le alternative esistenti non possano già fornire e getta pesanti ombre sul destino di eventuali future CBDC.

A riprova di quanto sostenuto, Dowd ha esaminato i tassi di adozione delle CBDC in nazioni come Bahamas, Unione Monetaria dei Caraibi Orientali, Giamaica, Cina e Nigeria. Il tasso di adozione non è altro che il valore medio, espresso in dollari, della CBDC in circolazione per abitante.

I nuovi numeri confermano la prognosi. L’adozione delle CBDC, infatti, è stata generalmente bassa. In Nigeria, l’eNaira ha registrato una media di 13,2 dollari per abitante, mentre in Giamaica il Jam-Dex ha raggiunto solo 0,59 dollari per abitante. La media ponderata dell’adozione delle CBDC nei paesi analizzati è di appena 4,6 dollari per abitante, sufficiente a malapena per acquistare pochi articoli in un negozio a basso costo.

Inoltre, rincara Dowd, le emissioni di CBDC come percentuale delle passività totali delle banche centrali sono risultate molto basse in tutti i paesi esaminati, con la Cina che presenta una percentuale particolarmente bassa. Una riprova della scarsa domanda di valuta digitale da parte di famiglie ed imprese.

Questi risultati rafforzano la conclusione che il pubblico mostra scarso interesse per le valute digitali delle banche centrali. Dowd suggerisce che le banche centrali dovrebbero tenere in considerazione le preferenze del pubblico, che attualmente sembrano indicare una mancanza di domanda per le CBDC.

Foto di Steve Buissinne

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