Gran Bretagna, la banca centrale lascia i tassi invariati.
In Gran Bretagna, con una votazione non unanime, la banca centrale lascia i tassi di interesse invariati. Il riferimento resta invariato al 4,5% come da attese. La BoE sceglie la strada della prudenza, considerando la persistenza dell’inflazione e le incertezze dell’economia globale che si traducono anche in una maggiore volatilità dei mercati finanziari. L’inflazione è vista crescere fino al 3,5% entro il terzo trimestre dell’anno.
Australia, inatteso calo degli occupati a febbraio.
Nel mese di febbraio gli occupati in Australia sono scesi di 52 mila unità, primo segno meno da marzo del 2024, peggior dato dal dicembre del 2023 e in controtendenza rispetto alle attese. La disoccupazione rimane stabile al 4,1%, mentre il tasso di partecipazione scende di quattro decimi, al 66,8%, minimo da giugno del 2024.
Germania, prezzi alla produzione ancora in calo a febbraio.
Nel mese di febbraio i prezzi alla produzione in Germania sono scesi dello 0,2% su base mensile. Si tratta del terzo mese di deflazione consecutivo e della maggior contrazione da settembre scorso. Le attese erano per una crescita dello 0,1%. Su base tendenziale si registra il quarto mese di crescita consecutivo per l’indice PPI, ma il +0,7% di febbraio risulta inferiore di tre decimi alle attese del mercato.
Gran Bretagna, mercato del lavoro stabile a gennaio.
Nel trimestre chiuso a gennaio, il tasso di disoccupazione inglese si è confermato al 4,4%, in linea con le attese e sui massimi da maggio dell’anno scorso. Il numero di occupati è salito di 144 mila unità, in crescita anche la percentuale di chi svolge un secondo lavoro. Sul fronte dei salari rimane stabile la crescita della paga settimanale esclusi bonus, mentre scende di tre decimi quella inclusi bonus. Il dato reale, al netto dell’inflazione, registra un incremento del 2,1% annuo, sei decimi in meno rispetto a dicembre. Infine le richieste di disoccupazione che a febbraio sono state 44 mila in più, secondo mese di crescita consecutivo e massimo da luglio dello scorso anno.
Altre banche centrali: Svizzera, Svezia, Brasile e Sud Africa.
La banca centrale svizzera decide di intervenire per fermare la risalita del Franco Svizzero e taglia il riferimento di 25 punti base, portandolo allo 0,25%, minimo dal settembre del 2022. La banca ha citato anche l’incertezza economica globale tra le motivazioni del taglio. In Svezia, la Riksbank lascia i tassi invariati al 2,25% confermando la fine del ciclo di riduzione. La decisione è in linea con le attese del mercato, dettata da un’inflazione che rimarrà sopra il target fino al 2026 e dalle incertezze globali che pesano sulla crescita del paese. In Brasile la banca centrale decide di alzare di un punto percentuale il riferimento, portandolo al 14,25%, per stabilizzare l’inflazione recentemente tornata a salire. In Sud Africa l’istituto centrale lascia i tassi invariati al 7,5%. Tutti gli istituti citano le crescenti incertezze sulla crescita economica, e gli effetti da monitorare per quel che riguarda i dazi statunitensi.
Stati Uniti, mercato del lavoro.
Numeri stabili per il mercato del lavoro statunitense. La settimana scorsa le nuove richieste di sussidi sono state 223 mila, sulla media a quattro settimane e leggermente sotto le attese. I sussidi continuativi rimangono sostanzialmente stabili e sotto la soglia degli 1,9 milioni.
Stati Uniti, indice Philly Fed di marzo.
Terza lettura consecutiva in zona espansione, ma anche peggior risultato da inizio 2025 per il Philly Fed a marzo. L’indice dell’attività manifatturiera dell’area di Philadelphia scende a 12,5 punti, meglio delle attese. In calo i nuovi ordini e le spedizioni, mentre sale la componente occupazione. Il 31% degli intervistati dichiara un miglioramento della propria attività, una percentuale in calo di 10 punti rispetto al mese precedente. A colpire, però, è ancora una volta la voce prezzi. La componente di quelli pagati dalle imprese, infatti, sale ai massimi da luglio 2022, segnalando potenziali ricadute sui prezzi finali. Per quel che riguarda l’outlook, il sondaggio registra un peggioramento nelle aspettative da qui ai prossimi sei mesi. Sul fronte investimenti si registra il secondo mese di calo consecutivo e il peggior dato da agosto 2024.
Foto di Kai Pilger