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Sondaggi PMI, gennaio porta qualche segnale di recupero per l’Eurozona

Nei sondaggi PMI di gennaio c’è qualche traccia di recupero per l’economia dell’Eurozona. Piccolo allarme per le banche centrali: In generale l’inflazione è vista in crescita. Giappone, prezzi salgono e BoJ interviene. Questo e altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Giappone, inflazione in accelerazione e la BoJ alza i tassi. Nel giorno in cui la banca centrale giapponese ha deciso di aumentare i tassi di interesse, l’inflazione giapponese ha fatto registrare il massimo dal gennaio del 2023. I prezzi al consumo sono saliti a dicembre del 3,6% su base annua, con l’inflazione sui beni alimentari ai massimi da un anno e crescite sparse negli altri settori del paniere. La componente core tocca il massimo a 16 mesi, registrando un +3% su base annua tondo tondo. Su base mensile l’incremento dei prezzi è stato dello 0,6%, massimo a 14 mesi. Proprio l’accelerazione dell’inflazione, assieme alla crescita dei salari, sono le motivazioni addotte dalla banca centrale nello spiegare la scelta di aumentare i tassi di interesse, portando il riferimento allo 0,5%, massimo a 17 anni. La mossa, ampiamente attesa dai mercati, potrebbe essere seguita da altri rialzi nei prossimi mesi. Questo se, come recita il comunicato della BoJ, i prossimi dati macro saranno in linea con lo scenario previsto dall’istituto.

Sondaggi PMI, gennaio porta qualche segnale di recupero per l’Eurozona. La stima flash dei sondaggi PMI di gennaio sembra portare qualche segnale di ottimismo per l’area Euro. I servizi tengono la zona espansione e si registra un miglioramento per quel che riguarda la manifattura. In generale l’indicazione è per un nuovo aumento dell’inflazione. Andiamo a vedere le principali zone economiche.

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Australia. Il settore privato australiano rimane in zona espansione, grazie al miglioramento ulteriore del settore servizi (zona espansione) e ad una riduzione del ritmo di contrazione della manifattura. In calo gli ordinativi esteri e la componente occupazione. Sul fronte prezzi segnali di riaccelerazione dell’inflazione sia per quel che riguarda le materie prima, sia per i prezzi di vendita.

Giappone. Terzo mese di crescita consecutivo per il PMI composite che tocca quota 51.5, massimo da settembre scorso. A trainare il dato è il settore servizi la cui domanda sale ai massimi da sei mesi a questa parte. La manifattura, invece, resta in zona contrazione per il settimo mese consecutivo e peggiora rispetto a dicembre. In calo i nuovi ordini (peggior dato da sei mesi) e gli acquisti. Regge l’occupazione che registra il secondo mese di crescita consecutivo. Sul fronte dei prezzi l’indicazione è per un ulteriore aumento, sia per quelli di produzione, sia per quelli di vendita.

India. Settore privato indiano ancora in zona espansione ma il rallentamento ora è ben visibile. L’indice PMI composite scende a 57,9 punti, minimo dal gennaio 2023. Se la manifattura mostra il miglior risultato da sei mesi a questa parte (bene la domanda estera), è il settore servizi a registrare una frenata consistente, toccando il minimo a due anni. Anche qui segnali di inflazione in accelerazione.

Eurozona. Il settore privato dell’area Euro torna in zona espansione nel primo mese del 2025. E’ la prima volta dall’agosto del 2024. Da un lato c’è la tenuta del settore servizi, dall’altro qualche segnale di risveglio della manifattura. I nuovi ordini continuano a contrarsi, ma il ritmo di gennaio è il più lento da agosto scorso. Tra le economie dell’area si registra un ritorno in zona espansione della Germania, accompagnato da un miglioramento della componente manifattura superiore alle attese (44,1 punti contro i 42,9 atteso). Per la Francia, invece, ancora zona contrazione ma punteggi più elevati rispetto a dicembre. Sul fronte prezzi l’area Euro sperimenta un incremento di quelli alla produzione, massimo a due anni e quarto mese di crescita consecutivo. La conseguenza è che le aziende passano i maggiori costi sui prezzi di vendita.

Gran Bretagna. Il settore privato inglese rimane in zona espansione anche a gennaio, recuperando qualche decimo rispetto alla fine del 2024. L’indice PMI composite sale a 50,9 punti, battendo le attese del mercato. A crescere, però, è soltanto il settore servizi, mentre per la manifattura si registra il quarto mese di contrazione consecutivo, anche se a ritmo più blando rispetto ai due mesi precedenti. Sul fronte occupazione continua a registrarsi una riduzione dei posti di lavoro, mentre sul fronte prezzi aumentano le pressioni su quelli di produzione.

Stati Uniti, vendite di case esistenti a dicembre. Secondo mese di crescita consecutiva per le vendite di case esistenti negli Stati Uniti. A dicembre la variazione è stata del 2,2%, con il tasso di crescita annuo che tocca io massimo da febbraio dell’anno scorso a 4,38 milioni di unità

Stati Uniti, dato finale di gennaio dell’indice fiducia Michigan. L’indice della fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan è stato rivisto al ribasso nella lettura finale del mese di gennaio. L’indicatore si ferma a 71,1 punti dai 73,2 della stima flash, un calo più deciso rispetto a dicembre. Revisione al ribasso sia per la componente relativa alle aspettative, sia per quella relativa alla condizione attuale. Confermante, invece, le letture al rialzo per l’inflazione attesa.

Foto di Bruno

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