A poche ore dal voto per le presidenziali statunitensi qual è il sentiment sui mercati finanziari?
A dire la verità per gli investitori si tratta di un periodo davvero intenso, ricco di dati ed appuntamenti importanti. I dati macroeconomici arrivati la scorsa settimana, la stagione delle trimestrali entrata nel vivo, il martedì elettorale e poi l’appuntamento con la FED. Tutti elementi in grado di incidere sulle scelte e sul sentiment degli operatori. A guardare semplicemente i numeri si può dire che al momento continua la fase di risk on. Il nostro ultimo indicatore, il barometro risk on / risk off segnala una situazione stabile, seppur su livelli più bassi rispetto alla prima parte del 2024. Ma l’incertezza non sembra concentrarsi tanto sull’azionario, ma piuttosto sul mercato dei titoli governativi statunitensi.
E nel frattempo l’oro continua a salire?
Si, la costante degli ultimi mesi è la performance dei metalli preziosi. Dico metalli preziosi perchè non c’è solo l’oro a far registrare rialzi su rialzi ma quasi tutto il paniere registra guadagni. Nella nostra analisi sull’andamento dei principali asset, nel brevissimo termine, oro e liquidità risultano le scelte preferite degli investitori. Come dire: da un lato differenzio e dall’altro preparo liquidità in vista di… Una sorta di barbell strategy che conferma il clima di persistente incertezza che permea i mercati in questi mesi.
Gli USA sotto i riflettori per ovvie ragioni, e l’Europa?
Nelle ultime settimane continuamo a registra una preferenza per l’azionario USA rispetto a quello dell’Europa. Una tendenza che si conferma anche allargando il campo e considerando gli altri mercati mondiali. Sull’Europa pesa la situazione economica non semplice che si riflette sui profitti delle società, mentre mercati come quello asiatico risentono della ritrovata forza del dollaro statunitense.
Rimanendo in tema azionario e parlando di stili. Come prosegue l’eterna lotta tra Growth e Value?
Al momento la forza dello stile Growth è indiscutibile, sia nel brevissimo che nel breve termine. Aiuta molto la nuova impostazione della politica monetaria e l’evidente trend discendente dell’inflazione.
Torniamo a parlare di obbligazionario, in particolare quello USA cosa ci sta dicendo?
Il primo elemento che colpisce è sicuramente lo spostamento verso l’alto della curva dei tassi. Per dirla semplice il rendimento aumenta sia sulle scadenze a breve che su quelle a lungo. Sulle scadenze a lungo il rendimento sta aumentando più velocemente e questo aumenta la “pendenza” positiva della curva. Generalmente è un segnale di preoccupazione per inflazione e conti pubblici statunitensi. Una situazione che vedremo come evolverà dopo questa settimana elettorale. Per ora le ipotesi sono tante, ma cito un dato che per certi versi fa dubitare che il movimento sia soprattutto conseguenza di aspettative di inflazione elevata: i TIPS, i titoli indicizzati all’inflazione USA hanno perso appeal tra gli investitori nelle nostre analisi di breve termine.
Infine parliamo di valute. Che novità ci sono?
Beh, da qualche mese è tornato a comandare il dollaro, complici i tassi più elevati e qualche aspettativa elettorale. Nel breve termine sembra esserci stata una sorta di polarizzazione tra Dollaro da un lato e Franco Svizzero dall’altra. Come dicevamo prima fa un po’ parte dell’atteggiamento barbell strategy di cui si parlava prima e che contraddistingue questo momento sui mercati finanziari.
Foto di Gerd Altmann