Eurozona, continua sofferenza settore costruzioni. Nel mese di settembre il sondaggio PMI del settore costruzioni dell’area Euro risale di qualche decimo rispetto al minimo semestrale registrato ad agosto ma rimane ancora nettamente in zona contrazione. Gli ordinativi continuano a scendere e l’unico segnale positivo arriva da un miglioramento della catena di approvvigionamento che limita ulteriori rialzi dei prezzi delle materie prime. Su base nazionale fa impressione il dato francese che scende sotto i 40 punti e tocca il minimo dal 2015 (periodo covid escluso). In recupero, ma ancora in zona contrazione, i PMI costruzioni per Germania e Italia.
India, PMI composite ai minimi dal novembre scorso. Anche una delle economie più in salute comincia a risentire dell’incertezza internazionale, ma senza allarmismi. Il sondaggio PMI composite di settembre conferma la fase di espansione per l’economia indiana (34° mese consecutivo sopra 50 punti) ma quel 58.3 rappresenta il punteggio più basso dal novembre dello scorso anno. Un punto in meno rispetto alla stima preliminare e oltre due punti sotto il dato di agosto. I nuovi ordini crescono al ritmo più basso da 10 mesi a questa parte e quelli dall’estero toccano il punteggio minimo da settembre 2023.
USA, posti di lavoro crescono oltre le attese a settembre. Atteso come pochi altri per capire le prossime mosse della FED, il report sul mercato del lavoro statunitense sorprende i mercati con numeri decisamente positivi. A settembre l’economia USA ha creato 254 mila nuovi posti di lavoro, quasi 100 mila in più di agosto (dato comunque rivisto al rialzo) e ben al di sopra dei 140 mila previsti dagli analisti. Si tratta del maggior incremento dal marzo scorso e di un numero superiore alla media degli ultimi 12 mesi. La stragrande maggioranza dei nuovi posti di lavoro è stata creata dal settore privato (223 mila). Il tasso di disoccupazione scende di un decimo al 4.1%, mentre rimane stabile quello di partecipazione. Sul fronte dei salari si registra un aumento della paga oraria dello 0.4% su base mensile (il doppio delle attese) e del 4% su base annua, massimo da maggio e due decimi oltre le attese. Con l’inflazione in calo questo ultimo dato potrebbe significare un salario reale più alto e quindi anche più consumi. In definitiva i numeri di oggi sembrano allontanare una nuova sforbiciata da parte della FED e confermare che l’economia statunitense continua sul sentiero della soft landing.
Foto di Jean Martinelle