In ambito economico si è soliti dividere i rischi associati al cambiamento climatico in due grandi categorie. Da un lato ci sono i rischi connessi agli effetti degli eventi atmosferici estremi causati dal climate change (physical risk), dall’altro ci sono invece i rischi collegati alla transizione di un’economia verso un modello a zero emissioni inquinanti (transition risk).
Un recente studio di Christoph Meinerding, Yves Schüler e Philipp Zhang ha cercato di indagare più in profondità sui rischi di transizione, in particolare quelli che emergono dall’incertezza legata ai cambiamenti politici e tecnologici necessari per ridurre le emissioni, identificando negli “eventi politici”, come l’Accordo di Parigi o il Green Deal dell’Unione Europea, i potenziali detonatori di shock economici legati alla transizione.
Lo studio ha individuato alcuni importanti eventi di natura politica tra il 2010 ed il 2018 che hanno coinvolto Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. Tra questi ci sono gli accordi di Parigi del 2015, l’accordo USA-Cina del 2018, le elezioni inglesi del 2015 e quelle tedesche del 2017. L’incrocio fra questi importanti eventi e i dati macroeconomici dei tre paesi ha evidenziato le conseguenze su produzione, inflazione, credito e volatilità dei mercati finanziari.
Il primo risultato è la conferma dell’esistenza di uno shock di breve termine dell’economia di fronte all’annuncio di accordi politici destinati a ridurre le emissioni inquinanti. In generale questa tipologia di shock, spiegano gli autori, si fa sentire soprattutto sui settori più sensibili, come quello energetico o dell’automotive, e genera un calo della produzione industriale e dei prezzi. A questo si aggiunge una condizione più restrittivia nel mercato del credito ed un aumento della volatilità sui mercati finanziari.
Non tutti i paesi reagiscono alla stessa maniera. Nello studio emerge come la Germania abbia subito un incremento della produzione industriale ed un effetto sostanzialmente nullo sui prezzi. Gli autori spiegano questo comportamento con la maggior preparazione del paese rispetto ai cambiamenti futuri.
Lo studio mostra inoltre che sebbene tali shock abbiano effetti economici rilevanti, non sempre causano inflazione, un risultato che in qualche modo sfida il concetto di “greenflation” di cui abbiamo spesso parlato.
Foto di Hans