I nuovi rapporti internazionali, il consolidamento di due grandi aree di influenza, le crescenti tensioni politiche e gli scontri bellici. Sono questo gli ingredienti della nuova geopolitica che sta ridisegnando il commercio internazionale. E lo sta facendo in maniera molto più rapida di quanto si possa immaginare.
A raccontare attraverso i numeri quanto sta accadendo sono Dora Xia, Han Qiu e James Yetman nel loro Deconstructing global trade: the role of geopolitical alignment pubblicato in settimana per la BIS. Lo studio raccoglie i dati di 32 paesi sul commercio internazionale dal 2017 al 2023, identificando le alleanze geopolitiche in base agli orientamenti di voto espressi in sede ONU. Dall’analisi degli scambi commerciali emerge che quelli tra paesi “non alleati” sono cresciuti in media di 2,5 punti percentuali in meno ogni trimestre rispetto a quelli tra paesi “amici”. Si tratta di un trend che se da un lato rimane ambiguo per quel che riguarda gli effetti sui prezzi di importazioni ed esportazioni, dall’altro rafforza la posizione di alcuni paesi a scapito di altri e riduce l’efficienza del mercato globale.
Particolarmente interessante è l’analisi sugli effetti della nuova geopolitica sui vari paesi. Ad essere più esposti al nuovo ordine del commercio internazionale sono economie ingombranti come USA e Cina, ma anche Messico ed Australia dipendono in maniera sensibile dagli scambi con paesi non allineati. Un po’ a sorpresa, dallo studio emerge una situazione meno critica per i paesi dell’Unione Europea, per la Gran Bretagna e la Norvegia. La spiegazione si riassume in un dato: il 70% degli scambi di questi paesi avviene con gli altri paesi dell’area. Una percentuale che è essa stessa fotografia dei tempi perchè diretta conseguenza dell’invasione russa in Ucraina.
Ancora una volta a pagare il prezzo più alto potrebbero essere le economie emergenti la cui crescita è molto spesso strettamente legata alle esportazioni e che di fronte alla chiusura di molti mercati rischiano di veder ridotte le proprie prospettive economiche.
Foto di Claudia