Il potere sul commercio internazionale si esercita anche e soprattutto attraverso il controllo dei porti. Lo sa molto bene la Cina che da un lato progetta di intensificare la sua presenza in una delle aree strategiche del globo, vale a dire l’America Latina, dall’altro piazza sette porti commerciali nella top ten della classifica stilata dai Lloyd’s nell’annuale One Hundred Ports 2024.
Chancay è una località peruviana affacciata sul Pacifico a circa 80 km dalla capitale Lima. Affascinante testimonianza di civiltà precolombiana, questa città è da qualche mese sotto i riflettori per la prossima apertura di un porto merci. Un’infrastruttura che dovrebbe essere operativa entro fine anno, costata oltre tre miliardi di dollari e controllata al 60% dalla società cinese COSCO. La capacità iniziale del nuovo porto peruviano dovrebbe aggirarsi attorno agli 1,5 milioni di TEU, collocandolo da subito tra i primi 10 porti dell’America Latina.
Chancay è solo l’ultimo, anche se probabilmente il più consistente, di una lunga serie di investimenti cinesi nei porti dell’America Latina, snodo fondamentale per far giungere merci via Pacifico “saltando” i grandi porti statunitensi ed indebolendo significativamente ogni tentativo di politica protezionistica a base di dazi. Stando alle ultime statistiche curate dal Concil on Foreign Relations oggi sono ben 40 le infrastrutture portuali controllate da società cinesi in paesi sudamericani, dal Messico al Cile. Una situazione che da un lato consente a Pechino di consolidare la sua posizione di potenza commerciale e dall’altro preoccupa gli esperti di geopolitica che guardano alla stretta relazione tra molte delle aziende coinvolte e l’Esercito Popolare di Liberazione cinese.
Rimanendo nello stretto ambito economico, i numeri appena descritti sono la conferma di una posizione dominante della Cina nella gestione delle infrastrutture portuali. Posizione fotograta anche dall’ultimo report One Hundred Ports di Lloyd’s.
Dal documento emergono dati che dimostrano come l’influenza cinese sul traffico merci marittimo continui ad essere forte ed in crescita, anche a fronte dello sforzo di diversificazione messo in atto nell’ultimo triennio da USA ed Europa. In termini di volume di merci trasportate, la quota cinese nei 100 porti più importanti nel mondo è salita nel 2023 al 41.3%, un punto percentuale abbondante in più del 2022, quasi cinque punti percentuali guadagnati in 10 anni. Per rendere l’idea di cosa questi numeri significhino basti pensare che la quota di volume di Nord America ed Europa messe assieme si ferma a circa il 15%.
Il risultato di una tale posizione di forza è che nella classifica dei primi 10 porti commerciali mondiali 7 sono situati in Cina in un contesto che vede il dominio dell’area asiatica con Rotterdam 12° e Los Angeles al 18° posto.
Foto di Markus Distelrath