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Sondaggi PMI, settore privato in frenata a giugno

La stima flash dei sondaggi PMI curati da S&P Global mostra un settore privato che per le principali aree economiche mondiali tira il fiato ma rimane ancora in zona espansione. Giappone, aumenta inflazione. Gran Bretagna, bene vendite al dettaglio. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.

Sondaggi PMI, settore privato in frenata a giugno. La stima flash dei sondaggi PMI curati da S&P Global mostra un settore privato che per le principali aree economiche mondiali tira il fiato ma rimane ancora in zona espansione. Ancora zoppicante la manifattura, qualche segnale di debolezza dal settore servizi. Vediamo meglio alcuni dati.

Australia. Quinto mese di espansione consecutivo ma PMI composite sui minimi a 5 mesi. Il settore privato australiano rimane in salute ma perde un po’ di smalto per colpa di una manifattura che accelera in zona contrazione e di un settore servizi che vede un calo di ordini. La creazione di posti di lavoro tocca i minimi da sette mesi a questa parte, mentre sul fronte dei prezzi i segnali sono per un allentamento ulteriore della pressione, sia per quelli di produzione che per quelli di vendita.

Giappone. Settore privato in bilico nel mese di giugno. Il PMI composite si ferma proprio a 50 punti, livello che separa la contrazione economica dall’espansione. Il settore servizi torna in zona contrazione per la prima volta dall’agosto del 2022, mentre la manifattura rallenta il passo a causa di una riduzione della domanda estera. Sul fronte dei prezzi continua la pressione su quelli alla produzione, ma le imprese non trasferiscono i maggiori costi sui prezzi di vendita per non deprimere ulteriormente la domanda.

Eurozona. Primo calo dopo cinque mesi di crescita consecutiva per il PMI composite dell’area Euro. A giugno l’indicatore si ferma a 50.8 punti, quasi due punti sotto le attese. Si tratta di un segnale di rallentamento che è frutto di una manifattura ancora nettamente in contrazione e di un settore servizi che fa ancora il suo dovere ma ad un ritmo un po’ più lento. I nuovi ordini scendono per la prima volta in quattro mesi a causa di volumi di export assottigliatisi rispetto ai mesi scorsi. Sul fronte dei prezzi continua il trend di calo della pressione su quelli di vendita, ma per la prima volta negli ultimi 16 mesi gli operatori segnalano rialzi nei prezzi alla produzione. A livello nazionale dati in netto peggioramento per la Francia (manifattura che scivola a 45 punti, servizi in contrazione per il secondo mese consecutivo); in Germania torna a peggiorare la manifattura ma i servizi tengono a galla il settore privato.

Gran Bretagna. Tra le grandi quella inglese è la lettura migliore di questa tornata di PMI. Il settore privato rimane in zona espansione, con il Composite che scende a 51.2 da 53 punti a causa di un rallentamento del settore servizi. La manifattura, invece, migliora ulteriormente rispetto a maggio e questo nonostante un deciso calo della domanda estera. L’occupazione continua a crescere, anche se con ritmi più bassi. Sul fronte dei prezzi la situazione rimane delicata: quelli di input riaccelerano dal minimo a 40 mesi raggiunto a maggio; quelli di vendita toccano i massimi a quattro mesi.

Giappone, inflazione in rialzo a maggio. Nel mese di maggio l’inflazione giapponese è salita al 2.8% dal 2.5% del mese precedente. Il dato core passa dal 2.2% al 2.5% su base annua, un decimo sotto le attese del mercato. Su base mensile i prezzi al consumo hanno registrato un incremento dello 0.5%, massimo da ottobre dell’anno scorso. La riaccelerazione dei prezzi, dopo due mesi di calo, potrebbe dare ulteriori ragioni alla BoJ di intervenire alzando i tassi di interesse nella prossima riunione.

Gran Bretagna, vendite al dettaglio meglio delle attese a maggio. Nel mese di maggio le vendite al dettaglio in Gran Bretagna sono salite del 2.9% su base mensile, quasi doppiando le attese del mercato e toccando il massimo da gennaio scorso. Le vendite di beni non alimentari sono salite del 3.5%, la miglior performance dall’aprile del 2021. Un dato frutto anche di una migliorata fiducia dei consumatori che vedono rallentare la crescita dei prezzi e ritengono prossima una riduzione dei tassi di interesse.

USA, vendite di case esistenti in calo per il terzo mese consecutivo. Terzo calo consecutivo e minimo a quattro mesi per le vendite di case esistenti negli USA. A maggio la variazione mensile è stata di -0.7%, con un prezzo medio di vendita che tocca il nuovo record storico e lo stock di abitazioni disponibili cresciuto del 6.7% rispetto al mese precedente. Prezzi troppo alti e costi dei mutui ancora alle stelle (costano il doppio rispetto al 2020) continuano a rendere rigido il mercato.

Foto di Igor Link

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