Sfondo scuro Sfondo chiaro

L’intelligenza artificiale nel futuro del commercio internazionale

L’intelligenza artificiale è nel futuro, ed in parte già nel presente, del commercio internazionale. Sembra essere questa la convinzione che emerge tra le società intervistate da Allianz per l’annuale Trade Global Survey. Ma in che maniera e con quali rischi?

Malgrado le tante tensioni geopolitiche lo scenario per il commercio internazionale continua ad essere positivo. L’ultima edizione dell’Allianz Trade Global Survey, un sondaggio su oltre 3000 società di otto grandi economie mondiali, ci dice che ben l’82% del campione si attende un incremento degli affari; oltre il 40% delle società intervistate stima l’incremento in almento cinque punti percentuali.

Tra le domande poste dai curatori del sondaggio spicca quella relativa al rapporto tra commercio internazionale ed intelligenza artificiale. Per la maggioranza degli intervistati l’utilizzo dell’AI inciderà in maniera significativa sulla produttività delle imprese e di riflesso sugli scambi internazionali. La stima è che questa maggior produttività possa tradursi in un incremento delle esportazioni pari allo 0.2%. Ma questo non sembra essere l’unico canale attraverso il quale l’intelligenza artificiale trasformerà il commercio internazionale.

Per Ana Boata ed i suoi colleghi l’AI potrà eliminare molti colli di bottiglia presenti lungo la catena di rifornimento, riducendo i costi e creando nuove opportunità di export. A beneficiarne in maniera particolare saranno gli scambi di beni tecnologici e digitali.

A completare questo quadro non mancano, però, alcune preoccupazioni. Una scarsa coordinazione sul fronte della regolamentazione può creare vantaggi competitivi importanti per alcuni paesi rispetto ad altri. Ad oggi, nota Allianz, le regole europee sono molto più stringenti rispetto a quelle di USA e Cina. Da un lato è un’ottima notizia per i consumatori finali, dall’altro può diventare un problema per la competitività e la ricerca del settore tecnologico europeo.

Inoltre, la maggior capacità di investimento da parte delle grandi aziende può scavare un profondo solcato tra queste e le realtà di dimensioni inferiori, riducendo la competitività sui mercati e creando ulteriore gap tra economie avanzate ed emergenti.

Foto di Alexander Fox

Resta aggiornato

Gli ultimi articoli di Ekonomia.it direttamente nella tua casella mail. Iscriviti qui sotto.
I dati trasmessi attraverso questo modulo sono trattati secondo la nostra privacy policy, in linea con la normativa vigente. Per nessun motivo verranno ceduti a terze parti o utilizzati per l'invio di messaggi di natura commerciale.
Post precedente

Giappone, primo trimestre in rosso per il PIL

Post successivo

Il nuovo ritratto dell'inflazione post pandemica

Pubblicità