Il legame diretto tra cambiamenti climatici ed emissioni di anidride carbonica (che tornano a crescere)

Uno studio del MET conferma il legame diretto tra cambiamenti climatici ed emissioni di anidride carbonica. La brutta notizia è che queste ultime stanno tornando a crescere.

Cosa sta causando il surriscaldamento dell’atmosfera terrestre ed i conseguenti cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo? Le cause sono molteplici. Come ci ricorda il MET, il servizio meteorologico inglese, la variazione della temperatura terrestre è determinata sicuramente da cause naturali (attività vulcanica, modifiche dell’orbita terrestre, le dinamiche della tettonica a placche) ma anche e soprattutto dall’aumento vertiginoso della concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera. Nel corso del 20° e del 21° secolo il livello di CO2 sopra le nostre teste è aumentato del 40%, toccando volumi che gli studi scientifici non riscontrano negli ultimi 2 milioni di anni di vita del nostro pianeta.

Se i cambiamenti climatici sono per certi versi un fenomeno naturale, la loro velocità non lo è più. L’attività umana, attraverso l’uso dell’energia fossile, dell’agricoltura intensiva, della deforestazione e della produzione di cemento, hanno contribuito in maniera decisiva all’aumento dei gas serra, accelerando fenomeni che il pianeta sperimentava su archi temporali quantificabili in decine di secoli.

Un recente studio del MET, pubblicato sul Journal of Climate, conferma il legame diretto tra emissioni di anidride carbonica ed i fenomedi climatici estremi avvenuti nell’ultimo decennio nel bacino del Mediterraneo. Per la prima volta esiste una prova scientifica che collega la mancanza di piogge dei recenti inverni mediterranei all’aumento dei volumi di gas serra presenti nell’atmosfera. Nel corso del 20° secolo, ricorda la ricerca, la stagione fredda dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo è diventata sempre più secca, mentre le zone dell’Europa a nord delle Alpi hanno sperimentato periodi invernali sempre più umidi. La connessione sta nel surriscaldamento causato dai gas serra, un aumento del calore che ha aumentato la presenza di vapore acqueo nell’atmosfera (+6/7%) e modificato la distribuzione delle precipitazioni piovose.

L’anidride carbonica agisce per certi versi come un acceleratore dei cambiamenti climatici e alzare il piede da questo acceleratore dovrebbe essere la missione di governi ed operatori economici nei prossimi anni. Sfortunatamente i dati pubblicati dall’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) non sono confortanti. Alla fine del 2022 le emissioni di gas serra saranno superiori a quelle raggiunte nel dicembre del 2019, un +2% che azzera tutti i benefici, se qualcosa di positivo si può trovare in una pandemia, accumulati nel 2020 (-5.8% di emissioni dannose).

Non sappiamo ancora quale potrà essere l’effetto della crisi energetica scatenata dalla guerra in Ucraina, di certo il ritorno, per quanto temporaneo, all’utilizzo massiccio del carbone non fa ben sperare.

Foto di Adina Voicu

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