Il PIL del 4° trimestre 2021 “sorride” a Spagna e Francia, mentre la Germania torna a vedere un segno meno. Calano consumi negli USA a dicembre, mentre il costo del lavoro tocca i massimi da due decenni a questa parte. Questo ed altro nell’ultima K Briefing della settimana.
Corea del Sud, bene produzione industriale in dicembre. Nel mese di dicembre la produzione industriale sudcoreana ha continuato a crescere. Su base mensile l’output è salito del 4.3%, secondo mese consecutivo con il segno più. Su base annua la crescita è stata del 6.2%, un decimo in meno di novembre, terzo mese consecutivo con il segno più. I due dati sono entrambi superiori alle attese del mercato. Per la manifattura miglior dato da agosto 2021: +6.8%.
PIL 4° trimestre 2021: bene Francia e Spagna, contrazione per la Germania. Risultati migliori delle attese per la Francia e la Spagna nel 4° trimestre del 2021. Il PIL segna rispettivamente +0.7% e +2% su base congiunturale, meglio delle attese. Di segno opposto la lettura tedesca, con l’economia che è tornata in contrazione negli ultimi tre mesi dello scorso anno: -0.7% congiunturale, quattro decimi peggio di quanto ci si attendeva. Guardando ai dati su base annua è evidente la differenza di prestazione tra Francia e Spagna (+5.4% e +5.2%) e la Germania (+1.4%).
Per la Germania, crescita prezzi import in frenata a dicembre. Una notizia positiva per l’economia tedesca potrebbe venire dai prezzi delle importazioni. Nel mese di dicembre la variazione mensile si è fermata al +0.1%, molto meno di quanto atteso. Su base annua la differenza scende di sette decimi rispetto a novembre, a +24%.
Eurozona, fiducia operatori economici. Nel mese di gennaio l’indice della fiducia degli operatori economici è sceso per il terzo mese consecutivo, a quota 112.7, minimo da aprile del 2021 e sotto le attese del mercato. Tra gli operatori, solo quelli del settore retail registrano un miglioramento della fiducia. C’è un leggero miglioramento sul fronte dell’incertezza legata alla condizione economica nei prossimi mesi, ma al tempo stesso rimane molto alta la pressione sul fronte dei prezzi.
USA, redditi e consumi personali a dicembre. Per il terzo mese consecutivo migliorano i redditi percepiti dai cittadini statunitensi. A dicembre è +0.3%, due decimi in meno rispetto alle attese. Dati negativi arrivano dai consumi e dal costo del lavoro. I primi sono scesi a dicembre dello 0.6%, in linea con le attese e probabile segnale che inflazione e variante Omicron hanno frenato la propensione all’acquisto degli americani. Sul fronte salari segni inequivocabili di inflazione: su base congiunturale il costo del lavoro è salito dell’1.1%. Nel 2021 il costo di un lavoratore è salito del 4%, con i salari cresciuti del 4.6%, quasi il doppio rispetto al 2020.
USA, PCE price ancora abbondantemente sopra il 2%. L’indicatore dei prezzi più seguito dalla FED, il PCE Price Index, ha chiuso dicembre in crescita del 5.8% su base annua, con la versione core a solo un decimo dalla soglia del 5%. Si tratta di numeri che non si vedevano da inizio anni 80 e a poco serve oramai parlare di base effect. Su base mensile l’incremento dell’indice generale PCE Price è stato dello 0.5%, stessa variazione registrata in novembre.
USA, indice Michigan fiducia consumatori a gennaio. Il risultato finale dell’indice sulla fiducia dei consumatori elaborato dall’università del Michigan si ferma a quota 67.2, meno della stima iniziale e sui minimi da fine 2011. Per i redattori del sondaggio il peggioramento del dato è dovuto sia all’avanzata della variante Omicron, sia alla complicata situazione sul fronte dei prezzi. Dato interessante: le mosse della Fed potrebbero essere intese dai consumatori come un ulteriore problema e non come un soluzione al nodo prezzi.
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