Kiel Trade Indicator: autunno complicato per il commercio internazionale

Il Kiel Trade Indicator suggerisce un inizio autunno complicato per il commercio internazionale. A pesare è soprattutto la congestione dei grandi porti commerciali internazionali, mentre continuano a salire i costi delle spedizioni.

Un anno decisamente tribolato. Il 2021 che si appresta ad entrare nel suo ultimo quarto di vita si presenta ancora piuttosto problematico per il commercio internazionale. Lo conferma l’ultimo aggiornamento del Kiel Trade Indicator rilasciato martedì. Secondo l’indicatore curato da Vincent Stramer, per il mese di settembre si va verso una fase di stagnazione, con i volumi degli scambi che per USA, Germania ed Unione Europea rimarranno sui livelli del mese di agosto. Secondo le previsioni dell’istituto Kiel i volumi di traffico dovrebbero aumentare per l’area dell’Asia/Pacifico, mentre ulteriori rallentamenti sono attesi negli USA e nei porti olandesi ed italiani.

In alcuni dei principali porti commerciali mondiali i container o si accumulano sulla banchina, o rimangono a largo sui cargo che attendono per giorni di poter attraccare. Secondo il Kiel Institute nei soli porti di Los Angeles e Ningbo-Zhoushan è ferma merce per un volume pari al 3% di quello globale. Secondo gli ultimi dati dell’autorità portuale di Los Angeles, riportati dal Wall Street Journal, il numero di navi in attesa di entrare nei porti di Los Angeles e Long Beach ha raggiunto la cifra record di 73. Il doppio rispetto ad un mese fa, 73 volte quella che nel pre pandemia era la norma.

Aumentano le navi “parcheggiate” e diminuiscono quelle in navigazione. Sempre l’istituto Kiel ci da un altro dato interessante. Nel mar Rosso, sulla principale via di navigazione che porta le merci dalla Cina all’Europa, Il traffico di passaggio è diminuito negli ultimi mesi del 10% rispetto ai livelli normali.

E la congestione del commercio internazionale non può che trovare una valvola di sfogo nei prezzi delle spedizioni. FedEx ha annunciato per il 2022 un aumento medio delle proprie tariffe del 5.9%, il maggior aumento dal 2008. Anche UPS si sta per muovere nella stessa direzione. Tutti elementi che non potranno non incidere sull’andamento dei prezzi al consumo nei prossimi mesi.

La gigantesca macchina del commercio internazionale vivrà un autunno rallentato ed i tempi per smaltire la mole di arretrato non si preannunciano brevi, tanto che in molti cominciano a temere che le oramai prossime spese natalizie possano diventare ulteriore terreno per un’avanzata dei prezzi.

Foto di minka2507

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