Inflazione e profitti aziendali, ecco la bussola del dopo estate

Inflazione e profitti aziendali saranno le due variabili a cui guardare nel dopo estate per capire come si muoveranno i mercati finanziari.

Agosto è da sempre un mese di pausa. Il momento giusto per rivedere ciò che è stata la prima parte dell’anno e per provare a valutare quali potranno essere le evoluzioni da qui alla fine del 2021. E parlando di mercati finanziari ogni ragionamento non potrà che passare da due concetti fondamentali: inflazione e profitti aziendali.

In queste due variabili è probabilmente racchiuso il futuro andamento dei listini azionari, ma non solo. Il mercato obbligazionario, e nello specifico i titoli governativi, ha lanciato segnali di un certo peso nelle ultime settimane, con un calo dei rendimenti che ha sopreso un po’ tutti e che è stato spiegato in differenti maniere. Da una mutata aspettativa sui tassi di interesse, ad una riaccesa preoccupazione per la ripresa economica, fino alle non meglio precisate motivazioni di carattere tecnico che, come ha ironicamente ricordato J Powell qualche giorno fa, rappresentano il miglior sistema per dare una spiegazione a ciò che non si riesce a spiegare.

Ma torniamo alle nostre due variabili: inflazione e profitti aziendali. Cosa possiamo attenderci dopo l’estate? Sul fronte inflazione continua ad essere maggioritaria l’ipotesi che l’aumento dei prezzi sia sostanzialmente temporaneo e che, proprio dai mesi autunnali, si assista ad una “normalizzazione” del dato. Normalizzazione che non vorrà di certo dire il ritorno immediato all’anemia inflazionistica pre-pandemia, ma piuttosto un andamento vicino o leggermente superiore ai target fissati dalle Banche Centrali (un po’ per la rigidità dei prezzi ed un po’ per una domanda aggregata comunque più robusta). Un andamento più “normale” dell’inflazione consentirà di agire sui programmi di riacquisto titoli (QE) in maniera più graduale, allontandando dai mercati finanziari la preoccupazione di una stretta repentina sui tassi di interesse.

Sul fronte dei profitti aziendali le aspettative sono miste. C’è chi spera in ulteriori sorprese positive nel terzo trimestre (benzina per i listini azionari), e chi invece ritiene che con il superamento del picco della ripresa economica – secondo molti coinciso con il secondo trimestre 2021 – anche le prospettive future dei conti aziendali subiranno un ridimensionamento. In questo senso, se tutto procede come auspicato, specie sul fronte della lotta alla pandemia, è probabile che si assista ad una sorta di rotazione dei profitti – espressione bruttissima, è vero – e ad una conseguente rotazione di portafoglio: un calo delle prospettive nei settori in gran spolvero nella prima fase di ripresa economica; un miglioramento di quelle nei settori che sfruttano la fase più matura della crescita ed in quelli che si sono attardati nel recupero dalla crisi pandemica.

Se tutto procede come auspicato. Ecco, le incognite che possono “smagnetizzare” la bussola del dopo estate sono sempre in agguato. Le varianti della SARS-COV2 e la durata dell’efficacia dei vaccini, tanto per citare le più ingombranti.

Foto di t_watanabe

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