Il WTO rivede le sue stime sull’andamento del commercio internazionale nel prossimo biennio. Il risultato è una forte accelerazione per quest’anno, ben oltre le proiezioni di ottobre scorso.
Le navi hanno ricominciato da qualche giorno a solcare lo stretto canale di Suez e solo nel week end di Pasqua appena trascorso è stata smaltita la lunga coda di cargo, petroliere e gasiere in attesa nel Great Bitter Lake. Un blocco durato quasi una settimana e che non sarà scevro di conseguenze. L’Egitto ha calcolato in quasi un miliardo di dollari i danni provocati dall’incidente della Ever Given ed il colosso assicurativo tedesco Allianz ha stimato in uno 0.2%-0.4% l’impatto, in negativo, sulla crescita annua del commercio internazionale.
Mercoledì scorso il WTO ha rilasciato le nuove stime sull’andamento del commercio internazionale per il prossimo biennio. Il report, il primo pubblicato sotto la guida del nuovo direttore generale Ngozi Okonjo-Iweala, mostra squarci di luce sempre più intensi dopo la tempesta scatenata dalla pandemia. Nel 2021 il volume di scambio merci globale è visto in crescita dell’8%, 8 decimi in più rispetto alla precedente stima di ottobre scorso. Il 2020, grazie ad un’accelerazione degli scambi nell’ultima parte dell’anno, si è chiuso con volumi in calo del 5.3%, percentuale molto meno pesante del -9.2% stimato ad ottobre. Il potente rimbalzo di quest’anno lascerà poi il posto ad una crescita a ritmi più normali nel 2022; il WTO stima per il prossimo anno un progresso pari al 4%.
Nel presentare i dati Okonjo-Iweala ha sottolineato due aspetti importanti. Innanzitutto la ripresa presenta una certa disomogeneità. Nel 2021 solo le economie asiatiche (Asia e Medio Oriente) raggiungeranno tassi di crescita delle esportazioni a due cifre, cosa che renderà questi paesi la principale alle richieste di importazione provenienti dall’occidente, mentre gli Stati Uniti, anche complice il forte impulso fiscale, saranno di gran lunga il principale paese importatore. Ritmo disomogeneo anche dal punto di vista della tipologia di scambio: se quello dei beni vivrà un anno di forte crescita, quello dei servizi vivrà di riflesso i successi – o gli insuccessi – delle campagne vaccinali.
Proprio i vaccini sono una delle variabili più importanti nella simulazione di scenario realizzata dal WTO. Se lo scenario normale prevede una ripresa della crescita del commercio internazionale comunque sotto il trend pre-pandemia, un’accelerazione nelle campagne vaccinali a livello globale, afferma il report, porterebbe un aumento del 2.5% nel volume degli scambi e dell’1% del PIL mondiale. In questo scenario, il più ottimistico, il commercio internazionale riprenderebbe il cammino di crescita interrotto con l’arrivo del covid-19.
Foto di Engin Akyurt