Tre nuovi indizi di ripresa dell’economia, Covid-19 permettendo

Nuovi indizi di una ripresa dell’economia globale cominciano a vedersi, anche se il decorso della pandemia di covid-19 sembra più lungo e tortuoso di quanto molti si aspettavano.

Non è facile fare previsioni economiche avendo a che fare con una variabile come la pandemia. Basta solo dare un’occhiata agli ultimi dati che arrivano dagli USA per capire che il problema è tutt’altro che in fase di risoluzione. 3 milioni di casi confermati, un milione solo nell’ultimo mese. California, Texas e Florida viaggiano con oltre 60 mila nuovi casi giornalieri. Numeri che fanno dire ad Anthony Fauci che gli USA non sono mai usciti dalla prima ondata di covid-19.

Eppure, malgrado questa montagna enorme da scalare, indizi di una ripresa dell’economia globale sembrano esserci. Non vanno ignorati, come non va ignorata l’imprevedibilità del coronavirus.

Un primo indizio ci arriva dal GDP global tracker elaborato dal Bloomberg Intelligence (BI). A giugno, dopo una precipitosa caduta, l’indicatore è tornato in zona espansione, toccando i massimi dal 2019. Gli economisti di BI mettono in guardia. Non significa che si stia tornando ai livelli pre-crisi, ma la ripresa delle attività ha fatto recuperare un po’ del terreno perso, dicono Dan Hanson e Tom Orlik.

Segnali di una ripartenza che vengono colti anche nel settore del real estate, ecco il secondo indizio. Un report elaborato da GlobeSt.com report conclude che i big del settore immobiliare sembrano essere convinti del fatto che il peggio sia ormai alle spalle. Nel sondaggio, condotto da RCLCO Real Estate Advisors, gli operatori dichiarano che alcuni comparti dell’immobiliare (come il residenziale ed i terreni) hanno toccato il bottom nei primi sei mesi dell’anno e sono già orientati alla ripartenza. Ma occorre tenere i piedi per terra, la previsione è che un pieno recupero possa avvenire entro un anno.

Sulla seconda parte del 2020 puntano in molti. Un po’ perchè si pensa che peggio di quanto visto negli scorsi mesi sia difficile da testare, un po’ perchè la riapertura delle attività economiche ha rimesso in circolo la fiducia, elemento essenziale per tornare alla crescita. Le prime sentinelle della ripresa sono sicuramente coloro che operano nel settore dei trasporti. Se le imprese riaprono, tornano a circolare le merci ed i volumi del trasportato sono un ottimo indicatore per capire come sta cambiando la congiuntura. Un sondaggio svolto da Blomberg Intelligence sugli autotrasportatori USA, dice che il 55% del campione intervistato si aspetta un aumento del volume di merce trasportata nella seconda parte del 2020; ed è il miglior risultato del sondaggio (trimestrale) da un anno a questa parte.

Anche gli agenti di trasporto merci sembrano essere concordi su questa visione. Un sondaggio condotto da Truckstop.com vede i 2/3 del campione essere fiduciosi nella ripresa del volume di affari nella seconda metà del 2020; volume ridottosi del 6,3% nella prima metà dell’anno. Il Market Demand Index, sviluppato da Truckstop, è passato dal -63% di aprile ad un +146% a maggio, confermando l’aspettativa di ripresa con un +79% a giugno.

Foto di Gerd Altmann

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