Come stanno le banche americane? Dagli stress test condotti dalla FED, i cui risultati sono stati diffusi una decina di giorni fa, emerge una situazione rassicurante. La lezione del 2009, almeno in questo, è stata d’aiuto.
La situazione della pandemia negli USA desta molte preoccupazioni, l’impressione che si ha a guardare dall’esterno le vicende americane è che manchi un coordinamento centrale, ingrediente fondamentale – molte nazioni europee insegnano – per una risposta efficace all’offensiva del covid-19. In queste condizioni diventano molto più probabili nuove ondate di contagi e, di conseguenza, la reintroduzione di misure restrittive, con danni enormi per l’economia.
Anche per questo motivo erano attesi con molto interesse i risultati degli stress test condotti dalla FED sulle banche “sistemiche” americane. I risultati sono incoraggianti.
Le simulazioni, effettuate dalla banca centrale per testare la capacità di resistenza patrimoniale degli istituti di credito, sono state arricchite, per il 2020, dall’analisi di tre scenari strettamente legati alle vicende covid.
La FED ha così voluto sondare la “resilienza” bancaria di fronte a diverse tipologie di recessione covid-indotta. I tre scenari comprendono un andamento economico a V, uno a forma di U ed, infine, l’ipotesi di un double dip, vale a dire un andamento a W.
I risultati sono, come anticipato, incoraggianti. Nelle simulazioni le 34 banche hanno registrato perdite su crediti tra i 560 e i 700 miliardi di dollari, con l’indice di patrimonializzazione che oscilla tra il 9.5% ed il 7.7% (nell’ultimo trimestre del 2019 il total core-capital ratio era del 12%).
Un impatto notevole. Basti pensare che una simulazione applicando lo scenario del 2009 avrebbe condotto ad una perdita massima di “soli” 465 miliardi di dollari. Ciò nonostante, nelle ipotesi recessive più persistenti (U e W), la maggioranza delle banche mantiene un buon livello di capitalizzazione, e solo alcune sfiorano la soglia minima. Dato l’alto livello di incertezza che circonda le vicende del covid-19, la FED ha comunque deciso di mantenere la raccomandazione di limitare i dividendi calcolandoli sui profitti più recenti. Inoltre anche nel terzo trimestre del 2020, non saranno ammessi gli acquisti di azioni proprie.
In definitiva i risultati degli stress test condotti dalla FED sono rassicuranti, tanto da far dire al vice presidente dalla Fed, Randal K. Quarles, che le banche si stanno dimostrando un punto di forza durante questa crisi. La lezione del 2009 sembra essere stata imparata e su questo molto, moltissimo, hanno inciso le riforme applicate al sistema bancario americano. La riprova viene da uno studio condotto dall’Economist. Testando gli scenari degli stress test al sistema bancario del 2009, si otterrebbe un total core-capital ratio medio dell’1,5% con diverse banche tecnicamente insolventi.
Se pensiamo che a qualcuno era venuto in mente di smantellare quelle riforme…
Foto di skeeze