Ripresa. Una U con due incognite

Iniziano ad affluire i primi dati macro sia dalla Cina post picco epidemico, sia da altre economie ancora nel bel mezzo della bufera covid-19. Il confronto può dare qualche indicazione sulla ripresa che verrà, una U con due incognite.

I dati PMI, i famosi sondaggi ai direttori d’acquisto, sono uno dei primi fattori capaci di tastare il polso della situazione economica di un paese. Mai come in tempi di coronavirus, la loro lettura diventa interessante, non fosse altro per lo sfasamento temporale con il quale le diverse economie sono entrate nel cono d’omba della pandemia. Così possiamo confrontare, per quanto vi siano vistose differenze, cosa sta succedendo in Cina – in fase post picco epidemico – e cosa sta succedendo ad occidente, dove il coronavirus colpisce ancora duramente.

Ripresa a U - Il confronto tra PMI manifatturiero (blu) e servizi (nero) in Cina
Il confronto tra PMI manifatturiero (blu) e servizi (nero) in Cina

In Cina (grafico qui sopra), dopo un rallentamento tra fine dicembre e gennaio, il PMI è crollato nel mese di febbraio, nella fase di raggiungimento del picco epidemico. In particolare il tonfo è stato pesantissimo nel settore dei servizi, più contenuto sul manifatturiero. A Marzo, con la ripresa delle attività produttive, le rilevazioni hanno fotografato un rimbalzo. Il PMI manifatturiero è passato da 40.3 a 50.1 mentre quello dei servizi da 26.5 a 43.

Ripresa a U - Service PMI Cina (blu) e USA (nero)
Service PMI Cina (blu) e USA (nero)

Il confronto USA/CINA relativamente al PMI del settore servizi (grafico qui sopra), che è il settore di gran lunga più colpito, mostra lo sfasamento temporale degli effetti e, soprattutto, ne evidenzia la portata, del tutto simile, nei due paesi.

Analizzando nel dettaglio il sondaggio PMI composite cinese si evidenziano alcuni aspetti. Il primo è la ripartenza della produzione e delle aspettative sulla condizione economica da qui a 12 mesi. Il secondo aspetto riguarda invece le dinamiche di occupazione, domanda e prezzi. Questi elementi sono i più interessanti per provare a capire come si evolverà la ripresa post-covid. I consumi interni, dopo essersi sostanzialmente bloccati, tornano a crescere mentre le esportazioni, che patiscono i lockdown degli altri paesi, continuano a scendere.Il risultato è una componente domanda del PMI ancora orientata al ribasso, ma con una pendenza meno pronunciata. La componente relativa alla situazione occupazionale continua a scendere mentre per i prezzi si evidenzia una doppia traiettoria: un aumento dei prezzi di input, causati dalle difficoltà di approvigionamento, ed una dimunuzione dei prezzi di output – con riduzioni che non di vedevano dal 2015 – allo scopo di stimolare i consumi.

Cosa ci dice tutto cio? Una domanda debole è causa ed effetto di un mercato del lavoro orientato al ribasso, il lockdown ancora attivo in molti paesi del mondo penalizza le esportazioni. Questo significa che la crescita economica non sembra avere possibilità di tornare velocemente a livelli pre crisi ma dovrà scontare qualche trimestre di debolezza. Disegnandolo potremmo facilmente riconoscere un tipo di ripresa a U, che potrebbe replicarsi anche per le altre economie coinvolte.

Ripresa a U - Una possibile traiettoria
Ripresa a U – Una possibile traiettoria

Come si nota è una U un po’ strana, qualcuno ha scritto che il percorso del ciclo economico assomiglierà più al famoso simbolo della Nike che alla lettera dell’alfabeto. La discesa, a causa del blocco delle attività, è stata ripidissima, quello che segue è un percorso di lenta risalita che passa attraverso diverse fasi. Da questa ipotesi di traiettoria si possono trarre alcune considerazioni. La prima riguarda la correlazione tra ripresa ed esportazioni. Più le economie sono orientate all’export e più il loro percorso di ripresa sarà legato ai destini degli altri paesi e quindi più lento. Vale anche il viceversa. Il secondo aspetto riguarda l’efficacia delle manovre di politica fiscale e monetaria che le istituzioni nazionali ed internazionali stanno mettendo in campo. Più saranno in grado di “congelare” l’economia e mantenere il più alto possibile il morale degli operatori economici e dei consumatori, più la base della U sarà breve ed orientata al rialzo.

Su questa ripresa a U incombono principalmente due incognite. Una di carattere finanziario e una di tipo sanitario (la più incontrollabile). La prima è legata agli stimoli finanziari ed ai loro effetti collaterali. L’inefficacia potrebbe portare a crisi finanziarie di alcuni settori, una mancata targhetizzazione delle misure amplificherebbe gli effetti deleteri della troppa liquidità (ne abbiamo parlato qui).

L’incognita sanitaria è legata all’andamento della pandemia ed in particolare alle possibilità che si possano presentare più onde epidemiche. In assenza di protocolli sanitari efficaci e con percentuali di infezione ben al di sotto di quelle necessarie perchè scatti la famosa immunità di gregge, la previsione di nuove ondate di contagi costringerà a mantenere controlli e limitazioni nello spostamento di persone e (indirettamente) di merci. Inoltre, nel caso si manifestassero onde particolarmente virulente, queste potrebbero portare a nuovi blocchi delle attività.

Foto di Gino Crescoli

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