USA, ancora segnali negativi dagli indici di fiducia. Mercati: tentativi di risk on?

Giornata macro senza troppi sussulti. Arrivano ancora segnali negativi dagli indici di fiducia, piccole imprese ed investitori USA vedono nero per i prossimi mesi. Sui mercati sembra invece tornare un certo risk on.

USA, cala la fiducia delle piccole imprese. Il NFIB Small Business Optimism Index, un indice che misura il “morale” alle piccole realtà economiche americane segna il peggior calo mensile della sua storia. Dal 104.5 di febbraio si passa al 96 di marzo. Occorre anche ricordare che il sondaggio è stato condotto nella prima metà di marzo e quindi non tiene conto dei vari lockdown scattati nei vari stati americani. Per i piccoli imprenditori il clima economico mutato suggerisce di sospendere qualsiasi progetto di investimento o di aumento occupazionale. Un secondo sondaggio della NFIB, condotto a fine marzo, rende ancora di più il quadro delle preoccupazioni espresse dalla piccola imprenditoria. Con l’attuale blocco alle attività, la metà degli intervistati dice di poter sopravvivere economicamente per massimo due mesi.

USA. IBD/TIPP Economic Optimism Index, segnali negativi. Torna il pessimismo ed è la prima volta dal 2016 per l’indice che misura la fiducia degli investitori americani. Delle tre componenti del sondaggio solo quella relativa alle politiche federali cresce (e sono gli elettori democratici a spingere su il dato). Le prospettive dell’economia scendono ai minimi dal 2011 mentre quelle sulla propria situazione finanziaria raggiungono i minimi del 2013.

Tentativi di ritorno del risk on, ma rimangono dubbi. Non sono solo i rimbalzi delle borse mondiali a dare segnali di un certo ritorno del risk on. Anche i cambi lanciano qualche indizio. Vendite sul dollaro (il lido sicuro) verso monete considerate più rischiose. Si apprezza il dollaro canadese ma anche quello australiano. Riprende fiato il rublo (sull’ipotesi di un possibile accordo per tagliare la produzione del petrolio tra Russia e OPEC), si rialza dai minimi record anche la rupia indiana. Segnali che però non convincono del tutto molti analisti. In situazioni come queste, è il ragionamento, sarebbe davvero molto strano non vedere un nuovo test dei minimi. Per il momento sembra più un rimbalzo tecnico. Mancano i dati degli effetti sull’economia reale ed ancora non si può parlare di rallentamento della pandemia. Prudenza. Serve ancora qualche settimana per trarre conclusioni.

Vendite al dettaglio, spunto positivo in febbraio. Italia, Repubblica Ceca, Brasile. Oggi quello che accomuna questi paesi è il dato di febbraio delle vendite al dettaglio, un dato in sensibile aumento, grazie specialmente al comparto alimentare. +0.8% su base mensile in Italia, +1.2% in Brasile (dove si arrivava da un calo a gennaio). In Repubblica Ceca la crescita su base annua è del 7.4%, record a due anni.

Come poteva essere. Posti vacanti in USA aumentati a gennaio. Oramai è storia ma è interessante ricordare come i fondamentali di inizio 2020 facessero pensare ad una possibile continuazione del lungo periodo di espansione americano. I posti vacanti, quelli per i quali non si riesce a trovare un lavoratore disponibile, erano saliti a gennaio di oltre 400mila unità, interrompendo 3 mesi di costante calo.

Banche centrali. Nessuna nuova decisione per Australia e Ungheria che mantengono l’attuale livello dei tassi di interesse. Entrata in scena la politica fiscale, le autorità monetarie si limitano, per ora, al controllo.

Foto di Andrew Martin

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